Lunigiana sotto la tagliola. Due scuole nel mirino. Si valuta il ricorso al Tar

Il sindaco di Pontremoli Ferri: "Pronti a fare battaglia se Regione non cede". L’assessore Folloni: "Seguiremo la valutazione del presidente Lorenzetti".

Lunigiana sotto la tagliola. Due scuole nel mirino. Si valuta il ricorso al Tar

Il sindaco di Pontremoli Ferri: "Pronti a fare battaglia se Regione non cede". L’assessore Folloni: "Seguiremo la valutazione del presidente Lorenzetti".

La scure dei tagli si abbatte anche sulle scuole della Lunigiana. Tra queste figurano l’Ic Tifoni di Pontremoli (357 alunni) e l’Ic Gandhi di Aulla (398) che probabilmente andranno incontro al medesimo destino dell’Ic Massa 6 (538) e del Liceo scientifico Marconi di Carrara (556). Anche l’anno scorso c’era stata una querelle per allontanare lo spettro delle fusioni e alla fine c’era stato un solo accorpamento (Bonomi di Fosdinovo e Moratti di Fivizzano). Ma il discorso è sempre quello: oltre a comportare disservizi per le famiglie degli studenti delle scuole soppresse, ci sarebbero anche delle gravi conseguenze a livello lavorativo. Il ridimensionamento comporterebbe infatti una riduzione del personale scolastico, con conseguenze particolarmente gravi per il personale Ata, ma anche per il personale dirigente e direttori dei servizi generali e amministrativi. La notizia ha fatto inalberare il sindaco pontremolese Jacopo Ferri (nella foto): "Siamo alle solite, gli anelli deboli sono perseguitati. Ma c’è una proroga sino a dicembre. La Provincia dovrebbe deliberare indicando gli accorpamenti, ma pare che non sia intenzionata a farla lasciando alla Regione l’onere di prendere le decisioni. Secondo me è una linea corretta, auspico che in questo frattempo la Regione si renda conto che non c’è la necessità di praticare questi tagli per i motivi che sono stati ben illustrati dai sindacati. Mi auguro che la Regione faccia marcia indietro. Non siamo d’accordo per nulla con gli accorpamenti,ma se Firenze andrà avanti valuteremo di impugnare gli atti al Tar seguendo anche le posizioni dei sindacati che contestano i dati elaborati di Regione e Ministero". Lucia Baracchini dirigente scolastico titolare dell’Istituto superiore Pacinotti Belmesseri e reggente anche per l’Istituto comprensivo Tifoni prende atto che quest’ultimo è sottodimensionato e non ha ancora a due mesi dall ‘inizio delle lezioni il direttore dei servizi generali e amministrativi. "Se è stato deciso che questo istituto debba essere fuso con il ’Ferrari’ – commenta – così sarà. Però il nostro territorio fa fatica a reggere questi fenomeni perché abbiamo distanze larghe e difficoltà di collegamenti e comunicazione. Io potrei parlare della fusione del Pacinotti Belmesseri dove i problemi si vedono quotidianamente".

Ma che cosa succede quando scatta un accorpamento? Diminuisce solo il personale Ata? "Il personale viene assegnato alle istituzioni scolastiche sulla base delle caratteristiche dell’istituto – prosegue la preside – e poi ci sono delle aggiunte sulla base di altre variabili, ma è ovvio che con due realtà accorpate il personale di uno solo non basti più. Come preside ho subito una fusione e quindi ho esperienza di come vanno le cose. Comunque sia non è che mettendo insieme due istituti si risolvano problemi di carenza di organico non insegnante, perché di personale fisso non ce n’è, cambia ogni anno. Al contrario aumentano le difficoltà, poi se assicurano l’organico stabile è un’altra situazione". Ieri si è svolta una videocall in cui erano rappresentati la Provincia, l’Unione e i Comuni di Massa, Carrara, Aulla e Pontremoli. "Ma non abbiamo parlato di istituti accorpanti – spiega l’assessore a Istruzione, Cultura e Trasporto pubblico locale Annalisa Folloni –. Non abbiamo dato indicazioni anche se è ovvio che gli accorpamenti rientreranno in una logica territoriale, rispettando le distanze tra istituti e il numero degli alunni. Come Conferenza di Zona della Lunigiana dovremo convocare una riunione per comunicare alla Provincia il nostro parere. Ma credo che seguiremo la valutazione di Lorenzetti di lasciare alla Regione la responsabilità di deliberare".

Natalino Benacci