Roberto Oligeri
Cronaca

"Il mio cane maremmano mi ha salvato dal lupo"

Ad Apella tre pastori spiegano cos’è la transumanza. Lo straordinario racconto di Cristina Serrati, stretta fra un capretto e il predatore

Il pastore Giancarlo Boschetti, di Tavernelle, con i suoi cani di razza Border Collie

Massa, 4 febbraio 2020 - Di pastori, ne erano giunti pure dalla provincia di Pisa, l’altra sera ad Apella, nell’Agriturismo “Montagna Verde” dove Barbara Maffei aveva organizzato l’ incontro sul “Pastoria & Transumanza”. A vivacizzare l’evento sono stati Giancarlo Boschetti di Tavernelle di Licciana Nardi con i suoi colleghi Franco Piagneri e Cristina Seratti della Valdantena, in comune di Pontremoli. Ad aprire la serata, molto affollata da persone desiderose sia di apprendere la fasi salienti di una esistenza così particolare che di assaggiare le specialità presentate dallo chef Luca Maffei a base di ricotte, formaggi e carni di ovini massesi e pecore zerasche, il moderatoreche ha raccontato le esperienze di un anziano e molto conosciuto pastore che dalla Piana di Luni, conduceva d’estate le greggi sull’Appennino, in provincia di Parma.

"E’ una professione la nostra – ha poi spiegato Giancarlo Boschetti – che ci vede impegnati ogni santo giorno dell’anno ,tutte le festività comprese. Gli animali vanno alimentati, portati al pascolo; le pecore munte quotidianamente, bisogna assisterle durante il parto, assicurarsi che gli agnellini bevano la colostra materna, senza parlare del lavoro per la produzione di ricotta e formaggi. Altra nota dolente sono i predatori: i lupi sono sempre in agguato nei nostri boschi e montagne:basta una disattenzione e ti annientano il gregge...".

Lei ha mai subito perdete a causa del lupo? "

"Da sempre l’estate conduco le mie pecore in Val di Tacca, nel Parmense: la notte sento ululare il lupo e a volte sento i cuccioli che giocano con la madre, ma finora non ho perduto nessun animale ,per il semplice motivo che vivo in simbiosi con le mie pecore: non le abbandono mai". Nell’occasione, Giancarlo mostra a tutti il suo tesoro: una raccolta di centinaia di antichi e coreografici campanacci esposti nell’Agriturismo: “"Li ho acquistati da tante famiglie di pastori da infinite generazioni: vi sono campanacci vecchi di centinaia d’anni. Recentemente- l’Unesco ha dichiarato la Transumanza “Patrimonio Culturale immateriale dell’Umanità”.

Basta pensare alla storia che ognuno di questi campani porta con sè per capire le motivazioni che hanno condotto l’Unesco a prendere questa decisione. Ma la nostra professione sarebbe impossibile senza l’aiuto dei cani. Io mi servo dei border collie perchè la possenza e la territorialità tipica dei pastori maremmani , “i cani bianchi” , ritengo possano rappresentare un rischio per le persone che casualmente s’avvicinano al gregge". Ma Cristina Seratti, pastora e allevatrice di pecore massesi in Valdantena (sopra Pontremoli) col marito Franco Piagneri, impegnata nella riscoperta e valorizzazione del manufatto in lana di pecora massese realizzando tappeti,coperte e scialli i cui disegni risalgono ad antiche tradizioni, spezza una lancia a favore dei maremmani, cani da guardia per eccellenza contro i lupi.

"Io sono stata salvata dai miei maremmani – racconta – : l’ anno scorso stavo liberando un capretto incastrato in una recinzione in un pascolo in alta montagna. Ad un certo punto un mio maremmano, mi si è affiancato improvvisamente con fare aggressivo, mi sono girata e l’adrenalina è salita alle stelle: dietro di me c’era un grosso lupo che mi stava seguendo senza che me ne fossi accorta. Il cane si è posto fra me e il lupo, a mia difesa e visto che il lupo non desisteva, ha iniziato ad abbaiare facendo giungere altri due maremmani. Solo allora il lupo è scomparso. Senza l’intervento del mio cane non so cosa mi sarebbe potuto accadere. Nella vita di noi pastori, bisogna mettere in conto anche questo". © RIPRODUZIONE RISERVATA