ROBERTO OLIGERI
Cronaca

I lupi attaccano un gregge a Bibola. Rete ko, sbranate pecore e agnelli

Nel territorio di Aulla l’allevatore aveva fatto un recinto ma si è rivelato del tutto inutile

Uno degli allevatori lunigianesi che hanno visto il gregge decimato

Massa, 30 settembre 2018 - Lupi (o ibridi) ancora all’attacco in Lunigiana. L’altra notte, nonostante il proprietario avesse preparato un solido recinto con pali e rete, ben 7 pecore e due agnelli sono stati sgozzati (e parzialmente divorati) dagli animali che hanno scavalcato la recinzione. A subire il colpo è stato Fausto Benettini, un allevatore della zona Bibola, in comune di Aulla.

Gli animali sbranati facevano parte del suo piccolo gregge di pecore di razza zerasca, famose per la qualità della carne. E’ giusto ricordare che due settimane fa a San Terenzo Monti (nel comune di Fivizzano) Tonelli Dario, allevatore del posto, ha trovato sbranate numerose pecore all’interno del suo recinto. Il lupo in Lunigiana, era presente sul crinale appenninico fino alla prima guerra mondiale. Poi col diminuire progressivo della pastorizia, soprattutto quella transumante, e le taglie poste dalle autorità che pagavano coloro che presentavano le spoglie di un lupo ucciso (a fine Ottocento, gli annali riportano che venivano elargite 56 lire per ogni lupo ucciso sopra i monti di Sassalbo) era scomparso dal territorio. L’immissione sconsiderata in questi ultimi anni di selvaggina, soprattutto cinghiali che rappresentano una calamità per gli agricoltori, ha fatto sì che l’antico predone risalisse la criniera appenninica e trovasse anche nelle nostre vallate ricchi territori di caccia dove, oltre a cinghiali, daini e caprioli, ha iniziato a scannare pecore, capre e puledri.

La Regione Toscana ha emesso un bando per la presentazione delle domande con cui ottenere gli indennizzi per i capi domestici uccisi dai predatori. Una delle condizioni specifiche per essere risarciti dei danni patiti è quella di avere messo in atto almeno una misura di prevenzione a tutela degli animali detenuti regolarmente. All’atto della domanda, oltre alla documentazione del servizio veterinario dell’Asl attestante il sopralluogo dove s’è verificato l’attacco con i rilievi del caso, vanno allegate le fatture, oppure altre pezze d’appoggio che provino l’acquisto o la presenza di misure di protezione del bestiame allevato come recinzioni o cani da guardianìa a difesa del gregge. La fattura deve essere precedente alla data in cui si sono verificati i danni.