Nessun diritto allo smart working negato ai lavoratori “deboli”. Secca la replica dell’Asl Toscana nord ovest alle accuse di Fratelli d’Italia. "La nostra azienda – afferma – è invece una delle realtà più avanzate in tema di lavoro agile. Dopo il periodo di emergenza sono stati prorogati tutti i contratti di smart working già attivati, sia per i lavoratori fragili sia per i dipendenti titolari dei benefici della legge 104. Non risulta che ci siano dipendenti con tali requisiti a cui, a seguito della richiesta, sia stata negata l’attivazione del lavoro agile". Asl ricorda l’iniziativa formativa per sensibilizzare dirigenti e responsabili all’utilizzo dello smart working, puntando più sul "raggiungimento degli obiettivi che sul controllo quotidiano della prestazione", e da febbraio ha un regolamento, presentato ai sindacati, che permette ai dipendenti che si trovano in particolari condizioni l’attivazione dello smart working o del telelavoro. Per tutti gli altri è previsto l’accoglimento del 30 per cento delle domande di chi ne farà richiesta e, secondo le stime, potrebbero essere interessati circa 200 operatori, oltre a quelli che ne hanno diritto per particolari condizioni.
E l’Asl precisa che lo smart working "alterna rientri in azienda e prestazioni in ufficio, con estrema flessibilità, da concordare tra il responsabile e il dipendente" ed previsto possano essere meno dei due la settimana stabiliti dalla normativa. Ribadisce quindi di aver "preso in piena considerazione le opportunità fornite dallo smart working, sia per agevolare i lavoratori fragili, sia per incrementare l’efficienza dei propri servizi, sempre coinvolgendo i rappresentanti dei lavoratori".