Anni di soprusi, maltrattamenti, minacce e anche aggressioni fisiche. Fino a quando, devastata da quello stato mentale e fisico, la donna, originaria del Brasile, non ha deciso di denunciare tutto ai carabinieri, che sono intervenuti salvandola da quell’inferno. Ieri mattina in tribunale a Massa, ascoltata dal presidente del collegiale Ermanno De Mattia (nella foto), la donna ha ricostruito la dinamica di una vera e propria prigione familiare. Una ricostruzione non facile per la donna, che a tratti a anche ’tentato’ di non rispondere, comprensibilmente scossa da quanto aveva vissuto per anni. Poi la donna si è calmata e ha iniziato a raccontare: "L’ho conosciuto nel 2017 (l’ex compagno, ndr) e ci siamo frequentati finché non è nato il nostro bambino. Da lì in poi, lui è come cambiato, non riusciva a controllarsi, riversava su di me i problemi che aveva al lavoro. Beveva e si trasformava completamente, era una persona aggressiva, gli bastavano un paio di bottiglie di birra per diventare un altro. Anche i vicini sapevano della situazione nella quale vivevo. Poi ho deciso di uscire allo scoperto denunciando i maltrattamenti. Oggi ho rimesso la querela perché voglio lasciarmi tutto alle spalle, ho un lavoro e sto con mio figlio, che ho scoperto avere l’autismo. Finalmente suo padre paga circa 900 euro di alimenti e posso accudire il mio bambino. Mi fa male ritornare a parlare di quello che ho subito, per me era come stare in una vera e propria gabbia".
CronacaMaltrattamenti. La ex compagna racconta il dolore