Il marmo sotto la lente. Indagini del Comune sul via alla coltivazione di Cava Lavagnina

Dopo Rocchetta screening di palazzo civico sulla richiesta avanzata dall’omonima azienda che intende estrarre 178.500 metri cubi di lapideo. Da verificare il potenziale impatto

Una cava di marmo

Una cava di marmo

Massa, 21 settembre 2024 – Dopo cava Rocchetta, il Comune di Massa avvia un nuovo screening per un altro sito estrattivo: stavolta si tratta della cava Lavagnina M34, al confine con Carrara, in concessione all’omonima società Cave Lavagnina Srl. La procedura, appena avviata, servirà a valutare se la proposta determina potenziali impatti ambientali significativi e negativi e sia quindi da sottoporre alla Valutazione di impatto ambientale. La verifica positiva obbliga chi propone l’opera ad adeguare il progetto alle condizioni contenute nell’esito finale del provvedimento di screening. Le prescrizioni sono anche vincolanti per le amministrazioni e gli enti che devono rilasciare autorizzazioni successive.

Trattandosi di ambiente, quindi, il periodo di osservazione è aperto a tutti i portatori di interesse che possono presentare dei contributi alla procedura entro 30 giorni. Una cava che era al momento ferma, a causa dei tempi lunghi richiesti per l’approvazione dei Piani attuativi dei bacini estrattivi, e la variante di escavazione risponde proprio all’entrata in vigore dei nuovi Pabe per “proseguire le lavorazioni in aree produttive di cava e realizzare i lavori di bonifica della porzione sommitale interessata per altro da provvedimento di sicurezza Usl, lavori che si seguiranno per i prossimi dieci anni”, quindi fino al 2035.

Dato che esistono altri siti estrattivi vicini operativi, è stato “realizzato un coordinamento attivo con le confinanti cave del Comune di Carrara prevedendo che sul confine i progetti siano congruenti e geometricamente coincidenti così da evitare singolarità o situazioni di pericolo. Il comprensorio estrattivo è collegato alla viabilità principale mediante la strada comunale da Casette e successiva strada comprensoriale privata, in parte asfalta”. Passiamo ai numeri. L’azienda prevede di poter estrarre 178.500 metri cubi di marmo, le famose ‘quantità sostenibili’ del Piano regionale cave riportate poi nei Pabe, ma ci sono anche altri 91.800 metri cubi di materiale escavato, che esulano da questo conteggio, “per motivi di messa in sicurezza”.

Questo perché, stando al progetto, prima di iniziare le lavorazioni vere e proprie bisogna mettere in sicurezza la parte sommitale sul versante Sud-Est oggetto di provvedimento di sicurezza Usl tutt’ora vigente che limitava l’utilizzo della strada di arroccamento: sono previsti interventi preliminari per evitare quindi la “possibile caduta massi lungo il ravaneto che sovraincombe l’abitato di Casette”, con volumi stimati appunto in oltre 90mila metri cubi. Per quanto riguarda l’occupazione, si prevede l’assunzione di 6 o 7 dipendenti ma anche “un aumento della lavorazione in filiera corta di almeno il 10% rispetto al vigente regolamento”.

Anche in questo caso, come per Rocchetta, salvo ‘sorprese’: “La dimensione del progetto è tale per cui esistono certamente alcuni margini di “sorpresa geologica” in relazione all’andamento del giacimento, ragion per cui si ritiene ammissibile, nelle more delle indicazioni del Pabe, poter ritenere accettabile per la cava una resa minima del 20%”.