Marmo, si preannuncia un autunno caldo. Sono di ieri le notifiche di sette ricorsi da parte delle imprese del lapideo contro il progetto di tracciabilità. Sette imprese che contestano le modalità previste dalla giunta per individuare la provenienza del marmo. Sono le stesse che nelle settimane scorse si rivolsero al Tar contro l’articolo 21 e la procedura che prevede gare pubbliche per l’apertura dei cantieri sulla città. Una nuova tegola per l’amministrazione comunale che si trova a dover fronteggiare in questo mese importanti scadenze su lapideo, concessioni, aziende e accordi fra Comune e imprese sull’escavazione su cui ancora non si è trovata una vera via d’uscita. Pertanto il 22 ottobre è in scadenza il disciplinare sull’articolo 21. La sindaca Serena Arrighi aveva garantito nel corso dei recenti incontri con i sindacati la gestione e il controllo del Comune sui vari progetti dell’articolo 21. Da qui la nomina di un tecnico ad hoc che sovrintendesse i vari cantieri e garantisse che le opere eseguite dai privati venissero realizzate secondo i desiderata del Comune a garanzia dell’interesse dei cittadini.
Un’altra scadenza era quella di ieri, termine ultimo per presentare i ricorsi sulla tracciabilità, colto al volo da sette imprese che chiedono un serio intervento sul regolamento della tracciabilità che già l’opposizione aveva definito inapplicabile. Fra gli argomenti che rischiano di aprire nuovi contenziosi anche il regolamento che disciplina le gare per quelle aziende che hanno avuto la caducazione. Secondo qualche addetto ai lavori si tratterebbe di un copia incolla del regolamento generale degli agri marmiferi che penalizzerebbe gli aspetti relativi al lavoro. Nel caso di caducazione subentra la gara. Infine l’ufficio marmo dovrà mettersi al lavoro per garantire entro la fine dell’anno il nuovo prospetto sulla pesatura del valore del lapideo. Dovrà essere aggiornato il regolamento che prevede il costo medio di mercato del marmo e il valore dei vari blocchi estratti dalle nostre montagne a seconda del pregio.
Argomenti che stanno a cuore dei sindacati che da tempo chiedono chiarezza sul settore dell’escavazione. A tal proposito l’intervento di Andrea Figaia segretario della Cisl di area vasta il quale: "rimango basito che si continui a parlare di ricorsi quando il Comune si assume la responsabilità di controllare e gestire tutti i passaggi relativi agli adempimenti dei progetti relativi all’articolo 21. Qui manca la fiducia di chi dovrebbe invece collaborare per il bene della città. Ci vuole serietà: se un’azienda accetta di eseguire un progetto in cambio di un allungamento del periodo concessorio senza andare a gara, ci saremmo aspettati maggiore coerenza. Si apre adesso un periodo convulso dove stanno venendo a pettine i nodi della cosiddetta gestione locale del marmo. I paventati ricorsi al Tar su ogni argomento come adesso avviene con la tracciabilità sono riprova di quanto abbiamo detto. Occorreva inserire nelle determine del dirigente relative all’allungamento del periodo qualche passaggio vincolante che legasse al provvedimento obblighi più specifici. Tutto questo a fronte di un calo del lavoro. Alle cave c’è sempre meno lavoro e dai 2mila addetti in qualche decennio siamo scesi a sotto i 650. Da qui nasce la nostra preoccupazione".