’Disgusto e imbarazzo’. Così ’La comune’ commenta le ultime novità in materia di marmo annunciate dalla sindaca Serena Arrighi. "Le 57 convenzioni siglate dal Comune sono state fatte in spregio dello spirito della legge Regionale 35 e il tanto sbandierato “superamento del periodo transitorio” è da paragonarsi alla famosa butade della “sconfitta della povertà“ di grillina memoria". Vittorio Briganti a nome della ’Comune’ scrive che "la sindaca ha solo prorogato il far west che da tanto tempo è presente al monte con risultati disastrosi per la città. La Legge Regionale 35, nei suoi articoli 2, 33 e 38, prevede un percorso per giungere al rilascio di concessioni. Questo percorso, attraverso l’approvazione di livelli territoriali ottimali, avrebbe dovuto mettere a gara le cave. Se avesse fatto questo, avrebbe almeno garantito che l’attività estrattiva si sarebbe svolta su beni universalmente riconosciuti come appartenenti al patrimonio indisponibile e il percorso sarebbe stato trasparente. Noi continuiamo ad essere convinti che le cave siano beni civici e quindi è indispensabile contenere l’impatto dell’escavazione, sviluppare la filiera e, ancora, dare la possibilità al Comune di indirizzare diversamente il modello economico a favore delle comunità locali".
"La sindaca, adottando un procedimento che presenta forti profili di illegittimità con il prolungamento delle autorizzazioni ha, di fatto, lasciato liberi gli imprenditori di continuare nella devastazione e nell’impoverimento del tessuto sociale cittadino garantendo rendite di posizione e rafforzamento di monopoli e oligopoli. Risibili sono le considerazioni circa le briciole che, attraverso l’articolo 21 dello sciagurato Regolamento degli agri marmiferi di grillina memoria, gli industriali lasceranno alla città. Quei 20 milioni sbandierati, saranno spalmati nel tempo e, per ditte che fatturano 500 milioni annui, sono veramente un’inezia. L’unica cosa vera che l’amministrazione evidenzia è che alle imprese marmifere è stata data la “possibilità di programmare il futuro con maggiore tranquillità e con un orizzonte di lungo periodo”. Tuttavia noi aggiungiamo – prosegue Briganti – , in tranquilla attesa di sentenze a loro favorevoli che permettano di farli diventare titolari di un anacronistico diritto di enfiteusi. A questo punto ci domandiamo anche come possa non avere avuto la decenza di imporre alle imprese la condizione di abbandonare le cause intraprese contro il Comune".