DANIELE ROSI
Cronaca

Martini e Carrara Un legame durato 10 anni

In mostra al Museo del Novecento di Firenze le opere del periodo apuano dello scultore

di Daniele Rosi

Il museo Novecento di Firenze presenta la mostra "Arturo Martini e Carrara". L’esposizione, allestita nelle sale al piano terra del museo, sarà aperta fino al 14 novembre. La mostra nasce come sezione all’interno di “Arturo Martini e Firenze”, dedicata al rapporto speciale che Martini, come altri scultori, intrattenne con le Apuane durante il suo soggiorno in Toscana. Lo scultore trevigiano approda a Carrara nel 1937 a seguito dei lavori sul grande bassorilievo “La giustizia corporativa”, preparato per il palazzo di giustizia di Milano. Martini è poi tornato più volte in città collaborando con il laboratorio Nicoli tra il 1937 e il 1947, producendo altre opere di qualità. Anni che coincidono con la messa in discussione delle precedenti ricerche e l’apertura a nuove sperimentazioni e possibilità fornite dalla scultura. Nel 1940 matura in Martini un’insoddisfazione profonda nei confronti della statuaria monumentale, che lo induce ad abbandonare temporaneamente la scultura per dedicarsi alla pittura, come testimonia il dipinto “Le cave del marmo”.

Nella mostra fiorentina è presente la scultura della “Donna che nuota sott’acqua”; un’opera che fluttua sospesa, galleggiante nello spazio, su tre perni metallici ideati dall’architetto Carlo Scarpa e mostrata alla Biennale di Venezia del 1942. Le altre opere di Martini presenti alla mostra sono il quadro dell’autore sulle cave di marmo, un film la cui protagonista ha ispirato lo scultore ed infine un racconto dello straordinario rapporto tra Arturo Martini e Ruggero Nicoli. "Per ricordare la stagione di Carrara si sono scelte due opere emblematiche - ha spiegato Lucia Mannini, curatrice della mostra -; il dipinto delle cave a testimoniare la crisi creativa vissuta da Martini negli anni Quaranta e il suo avvicinamento alla pittura; e la scultura “Donna che nuota sotto’acqua” che l’artista stesso ha definito come il fiore delle sue ricerche". Un rapporto, tra Martini e Carrara, che è iniziato con il marmo per evolversi anche nella pittura oltre che nella scultura, all’insegna della scoperta e dell’avventura.

"Arturo Martini è stato un artista di fondamentale importanza - sottolinea il direttore del museo Novecento, Sergio Risaliti - per ricostruire l’evoluzione del linguaggio plastico tra Ottocento e Novecento. Come appendice all’esposizione di Firenze, si aggiunge un capitolo assai significativo, che ha come protagonista un capolavoro dello scultore come “Donna che nuota sotto’acqua”. In quest’occasione ci si focalizza sullo speciale rapporto di Martini con Carrara. Grazie ad allestimenti suggestivi si è ricreato l’attimo aurorale di una ispirazione feconda - prosegue Risaliti - come quella che Martini ebbe alla visione del film “Ombre bianche” che abbiamo voluto presentare per intero, immergendo i visitatori in quella stessa atmosfera magica che accese l’intelligenza creativa del nostro grande scultore". La mostra è frutto di una collaborazione tra il Museo Novecento e il Dipartimento Sagas dell’Università di Firenze. Nell’ambito del progetto “Dall’aula al museo”, avviato nel 2019 con il docente Giorgio Bacci, due studentesse di Storia dell’arte contemporanea, Margherita Scheggi e Valentina Torrigiani, hanno lavorato insieme a Lucia Mannini e allo staff curatoriale.