RICCARDO JANNELLO
Cronaca

Massa capitale della cultura. La macchina si è messa in moto. Ecco il comitato organizzatore

Oltre al sindaco ci sono Lorenzetti, Nepori, Radicchi, Bertocchi, Isoppi e Sandri. E forse il vescovo e Tagliasacchi "Concorrere servirà a risvegliare la città, possiamo mettere in campo idee per meritare il premio".

Oltre al sindaco ci sono Lorenzetti, Nepori, Radicchi, Bertocchi, Isoppi e Sandri. E forse il vescovo e Tagliasacchi "Concorrere servirà a risvegliare la città, possiamo mettere in campo idee per meritare il premio".

Oltre al sindaco ci sono Lorenzetti, Nepori, Radicchi, Bertocchi, Isoppi e Sandri. E forse il vescovo e Tagliasacchi "Concorrere servirà a risvegliare la città, possiamo mettere in campo idee per meritare il premio".

La macchina per sostenere la candidatura di Massa a Capitale italiana della cultura 2028 si sta mettendo in moto. Il sindaco, Francesco Persiani, ha invitato varie istituzioni a fare parte della commissione organizzatrice che dovrà lavorare sul bando ministeriale. Alcune hanno già fornito i loro nomi: la provincia col presidente Gianni Lorenzetti; la Deputazione di storia patria delle antiche province modenesi con Patrizia Radicchi; l’Archivio di Stato con Francesca Nepori; il Touring Club con il console Walter Sandri; l’Istituto per la valorizzazione dei castelli col presidente Emanuele Bertocchi; la Fondazione Cassa di risparmio di Carrara con il presidente Enrico Isoppi; ne dovrebbero fare parte anche Andrea Tagliasacchi, presidente del Parco delle Apuane; il vescovo fra Mario Vaccari; e un rappresentante della Regione Toscana, mentre la dottoressa Simona Benetti segue le questione giuridiche. Una compagine aperta a contributi esterni, come detto dal sindaco Persiani, ma che deve marciare in modo concreto e uniforme.

La proclamazione avverrà fra un anno, ma il lavoro urge e Massa aspira a succedere a Pordenone. Speranza ben riposta? Ne è certo Emanuele Bertocchi, già amministratore e paladino della città che gli ha affidato il compito, arduo ma intrigante, di risollevare l’Istituto dei Castelli, caduto in una situazione finanziaria spaventosa. "L’incarico affidatomi da Persiani è affascinante – dice Bertocchi –. La prima pietra è riavere a disposizione il Castello Malaspina. Con la Camera di Commercio ho già avviato uno studio sulla ricaduta economica da proporre al ministro delle Cultura, Alessandro Giuli, per il rifinanziamento della legge Spini". Sul titolo nel 2028 Bertocchi ha un’idea ben precisa: "Sono ottimista. Concorrere servirà a risvegliare il capitale culturale latente della città, una scintilla che fa ripartire una fiamma: Massa ha tutte le caratteristiche per eccellere in molti campi anche quando non se ne rende conto. Perché possiamo mettere in campo idee per meritate il premio. Il solo pensare di potere vincere la sfida serve a rimettere in moto energie che erano disperse".

L’idea vincente di Bertocchi è quella che Massa dovrebbe fare da capofila per un’area ben più vasta ma uniforme. "Penso che lo slogan ‘Massa di Lunigiana’ – spiega – possa essere vincente. Ci farebbe riappropriare del titolo di capitale provinciale legandoci a una terra, appunto la Lunigiana, piena di peculiarità: le Statue steli, il premio Bancarella e altro; molti Comuni lunigianesi appoggerebbero la nostra candidatura. E pure il sindaco di Luni sarebbe disposto a trattare con Massa sul programma". Anche il Candia potrebbe entrare in una formula vincente contando, dice Bertocchi, sulle due comunità ai suoi piedi e "quindi mettendo in gioco anche Carrara ricordando le sue peculiarità e ad esempio sfruttando le leggende di Monte Libero, il Castello, la Pieve di San Lorenzo e il fantastico tempio di Ercole di cui siamo ancora alla ricerca. Sfruttando, per esempio, il lavoro di un genetista come Vincenzo Formicola che potrebbe tracciare una mappa cromosomica degli apuani. E ovviamente è da ideare un cammino che si inerpichi sulle colline e abbia una sua connotazione enogastronomica, altro settore nel quale la nostra città può dire la sua. Come ovvio con la via Vandelli".

Ma non solo. "Cultura – spiega il presidente dell’Istituto di valorizzazione castelli – è anche la Fondazione Monasterio e quello che fa per la scienza e la medicina: coi grandi professionisti che vi girano attorno e che fanno di esso un punto di riferimento internazionale; penso alle ricerche di Luciano Ciucci o di Simona Celi, penso anche a quello che sta facendo Antonio Bicchi per la robotica. Sono tutte energie che alla città e al suo bisogno di emergere possono dare molto". E altre energie devono essere quelle sulle quali si sta già ragionando: la musica con l’anniversario di Pietro Alessandro Guglielmi, il marmo, il mare, il dialetto, le Apuane. E proprio il Castello e i Cybo Malaspina: le nostre radici migliori.