Carrara, 24 marzo 2019 - Con la sua «Camera delle meraviglie», Massimiliano Giornetti protagonista al salone del Mobile di Milano. Dopo esser stato per molti anni sotto i riflettori de lla moda come numero uno nella maison di Ferragamo, Giornetti presenterà il suo ultimo progetto al salone del mobile il 10 aprile, negli spazi della Galleria Tommaso Calabro. Si tratta della sua seconda apparizione alla prestigiosa fiera internazionale: nel 2017 l’ex direttore creativo della casa di moda aveva presentato alcuni mobili e complementi di arredo che declinavano in vario modo il nostro marmo bianco.
Il progetto che verrà svelato tra pochi giorni è un servizio per la casa composto da mobili e lampade, complementi, incisioni, cornici e varia oggettistica siglati da due distinti motivi decorativi. Sono due le idee che Giornetti porterà in fiera: il primo motivo richiama i colori della giungla, il secondo si ispira invece al mondo dei sultani ottomani. Questo lavoro ha visto la collaborazione dello stilista internazionale con ‘Artecornicidesign’. Figlio del celebre orefice marinello, Giornetti si è laureato in Lingue e Letteratura Inglese a Firenze, si è poi diplomato in Fashion Design alla Polimoda fashion design institute del capoluogo toscano. Terminati gli studi, Giornetti ha iniziato a Roma la sua carriera di stilista, dove ha collaborato come assistente del designer Anton Giulio Grande. Nel 2000 inizia la sua collaborazione con Salvatore Ferragamo e nel 2004 diventa direttore artistico del marchio di moda, divisione Uomo.
Ma è solo un antipasto perché sei anni dopo ricopre la carica di direttore artistico di tutta la maison. La sua idea di moda viene apprezzata in tutto il mondo, tanto che nel 2011 viene premiato come «Uomo dell’anno» dalla rivista Gq Spagna, nella sezione design. Tanti gli altri premi che sono stati assegnati nel corso della sua carriera, come il premio «Eccellenza città di Carrara» nel 2013 e il premio designer internazionale dell’anno conferitogli dalla rivista Gq Mexico, nel novembre dello stesso anno. La sua idea di moda, considearta «democratica», è apprezzata anche dai non addetti ailavori, per la sua volontà di valorizzare la persona nel contesto sociale in cui vive.