MARIA NUDI
Cronaca

La vita in trincea del medico anti–Covid "Faccio anche cinquanta visite al giorno"

Il dottor Andrea Rossi fa parte dell’Unità speciale di continuità assitenziale (Usca) e va a casa dei malati di coronaviru s

Il medico Andrea Rossi

Il medico Andrea Rossi

Massa Carrara, 9 novembre 2020 - Duecentocinquanta chilometri al giorno, un turno di 6 ore che può dilatarsi a 12, in servizio tutti i giorni: una uniforme professionale che li rende simili agli astronauti, una capacità di ascolto attenta e minuziosa ed una capacità di dialogare con i pazienti solo con gli occhi e con la voce. Sono i medici “figli“ dello scenario Covid-19, che appartegono agli Usca, un termine sanitario coniato a gennaio con l’avvento del Covid-19 dopo un Dpcm del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Cosa significa Usca? Unità speciale di continuità assistenziale. Gli Usca sono i medici che vanno a domicilio e si occupano di pazienti positivi al Covid-19 o di sospetti casi Covid. “La Nazione“ ha raggiunto al telefono Andrea Rossi  35 anni, di Massa che ogni giorno quando è di turno raggiunge la Lunigiana. Dottor Rossi, lei agisce da solo? "No. Siamo in due, un infermiere professionale ed io, a raggiungere il domicilio dei pazienti. In Lunigiana i medici Usca sono 10, una sola donna. Tre medici sono stati aggiunti per fronteggiare questo momento. Ogni squadra fa una cinquantina di visiste al giorno. La Lunigiana è una zona molto particolare con molte Rsa, Residenze sanitarie assistite". In base al protocollo Covid 19 aveva una divisa molto particolare... " Sì, indossiamo una tuta che ovviamente viene smaltita dopo ogni visita, due mascherine una FFP2 e la chirurgica. Indossiamo tre paia di guanti. Ci spostiamo su una Panda o su Doblò che a fine turno è carico di presidi". In questi giorni lo scenario è diventato più critico? "Purtroppo sì. In questi giorni il nostro impegno in sinergia con guardia medica e medici di base è diventato più critico. Il turno inizia alle 8 e terminerebbe alle 20, ma arriviamo anche alle 22". Come nasce la sua esperienza di medico Usca? "Mi sono messo in gioco quando l’emergenza Covid-19 ha lanciato l’appello ai medici. Questa “chiamata alle armi“ l’ho sentita nel cuore". Dottor Rossi, come descriverebbe la esperienza con i malati Covid-19? "Intervenire con i pazienti Covid è una esperienza professionale diversa rispetto alle altre patologie. E’ necessaria professionalità, ma anche tanta capacità umana. I pazienti Covid-19 hanno bisogno di essere ascoltati e rassicurati. Pensi che alcuni hanno perso più di un familiare e sono soli. Ascoltiamo storie drammatiche e tristi dove un sorriso in quel momento diventa ossigeno per il cuore". La sua squadra in un giorno quanti tamponi esegue? "Anche un centinaio". Come vive la sua professione? "E’ lo scopo della vita è una professione che è anche una missione. Sono onorato di fare questo lavoro e di dare il mio contributo in questo scenario"