
di Maria Nudi
Ha sentito le farfalle nello stomaco e le farfalle non conoscono barriere. E’ nata così la storia d’amore, anzi il progetto d’amore che unisce da 6 anni Cristina Pedrinzani, 33 anni, massese, con Mosses Razaro Keiya, suo coetaneo, un " guerriero " masai. Il popolo che vive sugli altopiani al confine fra Kenya e Tanzania. Senza barriere: l’amore non ne ha. E dal loro amore è nata, Raheli, che ad agosto, esattamente il 5, compirà 4 anni. E’ nata al Noa a Massa, è stata battezzata in Tanzania ed ha il nome della nonna, della mamma del "babbo", una parola che Cristina scandisce accompagnata da un abbraccio.
A raccontare questa favola moderna dove non ci sono principi, ma una giovane coppia, alla Nazione è Cristina Pedrinzani che nel ripercorrere gli ultimi sei anni della sua vita ha lo sguardo e gli occhi che le brillano.
" Nell’estate del 2014 sono andata in vacanza a Zanzibar. Sulla spiaggia ho conosciuto Mosses (in italiano Mosè, ndr). Lui come altri Masai aveva una bancarella e parlava inglese. E’ nata una amicizia. Sono rientrata a Romagnano. Ci eravamo scambiati i numeri di telefono. Mi ha scritto. Dopo un mese sono ripartita. E poi sono tornata ancora, ho conosciuto la famiglia di Mosses, ho dormito nella Savana , nella capanna della mamma di Mosses". Siamo nel 2015 Cristina è tornata in Italia nel 2016 e al Noa è nata Raheli.
Come hanno vissuto i tuoi genitori, Roberta e Fabrizio, questa storia d’amore?
"La mia è una famiglia tradizionale, non è stato facile, ma poi hanno capito. Non sono ancora venuti in Tanzania"
Se per Roberta e Fabrizio Pedrinzani è stata una rivoluzione, altrettanto sorpresa è stata la famiglia di Mosses. A raccontarlo è proprio Mosses, che ora parla italiano. Ha fatto un corso, studia all’Ipsia e quando gliene danno l’occasione lavora: per un po’ ha lavorato a Piacenza e a Firenze.
"Sono il primo masai della mia famiglia che lascia la Savana per venire in Europa. Mi sento e sono un masai. Innamorarmi di Cristina è stata una cosa naturale", La coppia vive tra Massa e la Tanzania, ma il sogno di Cristina sarebbe quello di vivere in Tanzania. " Devo essere sincera- racconta - mi piacerebbe tornare in Tanzania. Vivere nella Savana è una esperienza che cambia il sentire del mondo. Spero di tornarci presto. Mosses parte domani e spero di raggiungerlo presto. A Zanzibar e nel villaggio dove vive la famiglia di Mosses mi sento a casa".Cristina e Mosses non sono ancora sposati e in questo caso la burocrazia non aiuta: " E’complicato avere i documenti. Lo faremo"
Quale è la dote di Mosses che le ha fatto sentire le farfalle nello stomaco?
" La dolcezza, ma ne ha tante e sceglierne una diventa difficile". Perché l’amore non ha barriere.
Un’altra storia. E come Cristina ce ne sono altre. E’ il caso dell’amica Ilaria Beraldi, 27 anni, di Pistoia, che a Zanzibar – dove lavorava come tour operator – ha conosciuto e si è innamorata di Kashuma (Andrea per gli amici italiani), poi diventato suo marito. Anche Kashuma, come Mosses, aveva una bancarella sulla spiaggia. E anche nelle vene di Kashuma scorre sangue Masai. I due si sono conosciuti nel 2013 e un anno dopo si sono sposati, prima a Pistoia e poi in Africa nel villaggio di origine di Kashuma. Nel 2018 è nata la loro figlia Mia. La casa di questa nuova famiglia al momento resterà Pistoia, dove entrambi lavorano: "La savana non è nei nostri pensieri – dice Ilaria –. Forse Zanzibar, ma le paghe non sarebbero sufficienti a garantirci una vita dignitosa, e anche su istruzione e sanità c’è ancora molto da fare".