REDAZIONE MASSA CARRARA

Mondo del marmo nel mirino. Arrighi spinge la filiera corta: "È il mio obiettivo primario. Via al piano di tracciabilità"

Imprenditori, associazioni di categoria e ambientaliste al summit organizzato dal Pd. La sindaca: "Iniziate le convenzioni con le aziende: finora hanno aderito 35 cave".

Mondo del marmo nel mirino. Arrighi spinge la filiera corta: "È il mio obiettivo primario. Via al piano di tracciabilità"

Siamo partiti dall’editto di Maria Cybo Malaspina del 1781 per poi fare un passaggio sugli Estensi, poi la legge mineraria e ritrovarci catapultati sulla legge 35, quel 50% di produzione in loco e la stipula delle concessioni. Tra storia e contemporaneità il Pd ha fatto il quadro della situazione sul mondo marmo in un percorso di consultazione a più step, il primo venerdì scorso in Comune, con i rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni di categoria e quelle ambientaliste per affrontare le tematiche legate al settore. Dopo un tavolo di concentrazione, tenutosi giovedì dove il dato che salta all’occhio è quel 28% di lavorazione in loco registrata da Confindustria, la parola più gettonata all’incontro dei democratici è stata ‘legge 35’, quella che dal 2015 dovrebbe porre l’obbligo di lavorazione, nel luogo di estrazione, di metà del materiale escavato.

Ma è bene ricordare che questa legge riguarda solo gli agri marmiferi cioè le cave pubbliche, tralasciando i beni estimati ossia quelle cave considerate alla stregua di proprietà privata, che non hanno scadenza e che non è quindi possibile riassegnare tramite gara pubblica. Sui beni estimati una battaglia con "ricorsi in tribunale ancora pendenti -argomenta il presidente del consiglio comunale Cristiano Bottici - dove si attende la sentenza della Cassazione". Anche il capogruppo del Pd Gianmaria Nardi sulla linea della lavorazione in loco: "i beni estimati devono rientrare nella misura del 50% al pari degli agri marmiferi. Serve un qualcosa che dia una ricaduta sulla città, ci vuole maggiore regolamentazione". Ricadute sulla città la parola d’ordine, con una filiera corta sulla quale si concentra la sindaca di Carrara, Serena Arrighi: "Il mio compito è dare applicazione alla legge e fare si che la filiera in loco diventi una realtà. E’ nostra intenzione creare un sistema di tracciabilità, ma è indispensabile la collaborazione di tutti. Come previsto dalla legge 35 e nei tempi previsti è iniziata la firma delle convenzioni. Ad oggi hanno già firmato 37 cave e per le altre sono già stati calendarizzati gli incontri da parte dell’ufficio Marmo entro il 30 ottobre prossimo. A tutto questo aggiungiamo che sono già stati registrati 15 certificazioni Emas con parametri molto stringenti dal punto di vista ambientale". L’altra grande occasione, a detta dei partecipanti, è l’articolo 21 legato al nuovo regolamento comunale degli agri marmiferi che rinnova le concessioni escavative per la durata 12 anni in cambio di investimenti utili per la collettività. Il presidente della Provincia Gianni Lorenzetti sostiene che sia "una grande occasione con svariati milioni di euro per gli investimenti". Ambiente: "non è più possibile vedere fiumi bianchi di marmettola - continua -. Necessario un confronto continuo con gli imprenditori e le associazioni. Come sindaco di Montignoso non abbiamo riaperto le cave, una scelta di non rientrare in un percorso che rivendico con orgoglio ma non per questo siamo contro la coltivazione".

Così tra ricchezza e natura entra a piedi pari il segretario della Cgil, Nicola Del Vecchio: "E’ intollerabile quando vogliamo mettere mano a un settore che necessita di un diverso equilibrio non solo da un punto di vista istituzionale ma anche dell’ambiente. Lo spirito della legge 35 prevedeva che tutto il materiale estratto venisse lavorato in loco con nessuna distinzione tra agri-marmiferi e beni estimati".