REDAZIONE MASSA CARRARA

Mondo dell’arte in lutto. Addio allo scultore Franchi. Sua la ’Venere apuana’

Si è spento il docente dell’Accademia. Baudinelli: "Un uomo buono e generoso". Il ricordo della sindaca Arrighi: "Formò varie generazioni di studenti".

Mondo dell’arte in lutto. Addio allo scultore Franchi. Sua la ’Venere apuana’

Si è spento il docente dell’Accademia. Baudinelli: "Un uomo buono e generoso". Il ricordo della sindaca Arrighi: "Formò varie generazioni di studenti".

Lutto nel mondo dell’arte per la scomparsa dello scultore Franco Mauro Franchi. Per 18 anni docente di scultura dell’Accademia di Carrara, Franchi è stato l’autore della ‘Venere apuana’ in bardiglio, donata alla città e posta davanti a Palazzo del Principe. Un monumento che suscitò polemiche su chi lo vedeva una copia di Botero. Accuse che lo scultore aveva smentito categoricamente raccontando che si ispirava alle sculture etrusche che venerano madre natura. Rappresentano la femminilità intesa come erotismo, la donna madre, l’esistenza.

"Esprimo il cordoglio per la scomparsa. Franchi – ha detto la sindaca Serena Arrighi –, ha

formato generazioni di studenti e mantenuto sempre un forte legame con Carrara dove si può ammirare la sua Venere". "Franchi ci consegna una testimonianza tangibile e indelebile di cosa significa insegnare in una Accademia – aggiunge il direttore dell’Accademia Marco Baudinelli –. Nato a Castiglioncello, allievo di Oscar Gallo all’Accademia di Firenze e poi docente in varie Accademie italiane considerava il suo approdo a Carrara, dopo un’esperienza significativa a Bologna, come il punto di arrivo nella carriera di uno scultore. A Carrara aveva trovato quel contesto per trasmettere agli allievi la sua visione poetica della scultura. Una visione che aveva le radici profonde nella sua terra d’origine, la stessa che diede origine alla civiltà dell’Etruria. Le radici a cui facevano esplicito riferimento buona parte degli scultori del secolo scorso, Marino Marini in primis. Uno degli ultimi suoi gesti di generosità verso la Carrara che lo aveva accolto, è stato quello di donare alla città un’opera che rappresenta appieno quella che è stata la sua ricerca plastica durata cinquant’anni, una sintesi di forme maestose e trascendenti, una grande madre accogliente e monumentale simbolo della creazione. Con lui se ne va non solo un artista vero, se ne va un uomo onesto, generoso e buono".Si è spento martedì dopo una lunga malattia. L’amico Fabio Cristelli Cristelli dice "era un artista vero, una persona che ha lavorato molto, amato da tutti i suoi studenti. Per la sua mostra nella mia galleria sono arrivati da tutte le parti. Lo chiamavo il poeta della scultura". Lascia la moglie Aurora e due figlie. Aveva lo studio a Rosignano Solvay, dove abitava con la famiglia.