Un intervento fiume, a senso unico, per la seduta dedicata al Giorno della Memoria. A Palazzo Ducale, l’artista Moni Ovadia si è presentato come uomo di teatro e attivista per i diritti universali, sia civili che sociali. Un intervento che ha destato qualche perplessità nel Giorno della Memoria e nel ricordo dell’Olocausto. "Credo sia dovere oggi – ha detto Ovadia – inchinarsi davanti alla grande maestà del popolo palestinese – ha detto tra le altre cose –. Non ricordo tanta capacità di resistenza come quella del popolo palestinese che ha subito ogni forma di violenza, non solo quella perpetrata. E mi permetto una chiosa: non parliamo più di ebrei in questa vicenda: sono sionisti, che è un’altra cosa. La verità sul 7 ottobre verrà fuori. I crimini, se ci sono stati, andranno giudicati". Ma la Shoah? "Il lavoro sporco lo hanno fatto i nazisti ma il grande Occidente o non ha fatto niente o ha collaborato. La mia opinione è questa: i sionisti hanno perso ogni titolo di rivendicare la Shoah. Come ebreo dico che non si può usare lo sterminio della mia gente per giustificare lo sterminio del popolo palestinese. Sarà una catastrofe per Israele".
Ha concluso il presidente della Provincia Lorenzetti: "Abbiamo provato a darvi una visione, qualche volta anche provocatoria. Non tutti saranno d’accordo, ma sicuramente ci sarà la possibilità di riflettere e di pensare in un modo o nell’altro". Moni Ovadia ha raggiunto poi il Salone degli Svizzeri per le due mostre sulla Palestina promosse dell’associazione Gaza Fuorifuoco e Cgil Toscana visitabili fino a domenica.