ALESSANDRA POGGI
Cronaca

"Monoblocco, una chiusura del tutto inutile" La ricetta di Bienaimè per salvare l’edificio

L’architetto illustra punto per punto come ottemperare alle prescrizioni dei vigili del fuoco senza svuotare i sette piani e trasferire i servizi

"Monoblocco, una chiusura del tutto inutile" La ricetta di Bienaimè per salvare l’edificio

di Alessandra Poggi

C’è anche una denuncia penale nel verbale delle prescrizioni fatte dai vigili del fuoco sul Monoblocco? A chiederselo è l’architetto Claudia Bienaimè, una che di queste cose per il suo lavoro se ne intende. Claudia Bienaimè, architetto, da qualche tempo sta frequentando il day hospital oncologico per problemi di salute e il Monoblocco lo sta frequentando come paziente, ma senza perdere l’occhio clinico della professionista. Nel verbale del 9 giugno si legge "per le difformità riscontrate nei luoghi di lavoro, che costituiscono reato sono state avviate le procedure del decreto 19 dicembre 1994, numero 758", decreto che impone una volta accertate le irregolarità in materia di igiene e infortuni sul luogo di lavoro, che l’autorità competente imponga alcune prescrizioni finalizzate alla rimozione, da parte del responsabile, della situazione di illegalità.

Questa è la prima anomalia che segnala la professionista. La seconda riguarda il quinto piano "nei verbali dei vigili del fuoco non c’è traccia del quinto piano" fa notare Bienaimè "come mai?". "Non capisco l’esigenza di dismettere il Monoblocco – prosegue Claudia Bienaimè –, nel verbale dei vigili del fuoco non ci sono elementi che facciano pensare a danni strutturali, a meno che non ci sa un’ulteriore relazione del genio civile che ancora non è stata divulgata. Le prescrizioni riguardano tutta una serie di mancanze di facile risoluzione".

"Un esempio: gli estintori non sono all’altezza giusta? Non vedo grossi problemi o grosse spese per metterli alla giusta altezza – prosegue l’architetto –. Non c’è un impianto che serva solo l’antincendio? Anche realizzare una tubatura ad hoc non mi sembra un’impresa difficile". E per quanto riguarda le porte antincendio? "Non si chiudono bene perché come scritto venivano lasciate aperte mettendo sotto delle zeppe, ma una porta Rei nuova costa circa mille euro, basta andare su internet a verificare. Un’altra cosa che mi lascia perplessa è il fatto che l’impianto fotovoltaico non sia mai stato segnalato. Non averlo segnalato significa non prendere gli incentivi, e poi cosa alimenta? Mistero. Per quanto riguarda il sesto e il settimo piano, che risultano inutilizzati, basterebbe chiudere gli accessi degli ascensori con dei pannelli e le scale con un blocco. Ripeto non leggo di problemi strutturali e non vedo niente di irrisolvibile. C’era materiale combustibile ovunque, possibile che non si riesca a trovare un posto dove sistemarlo adeguatamente? Sì, ci sono delle lesioni in facciata nei pressi del vano scale, ma si può risolvere con un parapetto in cemento pieno per esempio".

E per quanto riguarda il day hospital? "I pazienti usano solo due stanze, una con cinque letti e un bagno, che è stato rifatto in seguito, e una con cinque poltrone – conclude l’architetto Bienaimè –, basterebbe spostare gli ambulatori, non devono per forza essere attigui alle sale delle cure. Credo che la politica della Asl sia di smantellare il Monoblocco. E poi c’è la Scia presentata il 22 agosto, chi l’ha presentata? A leggere il verbale sembra persino che qualcuno abbia presentato ai vigili del fuoco un falso, come se i disegni fossero difformi dalla realtà".