REDAZIONE MASSA CARRARA

Morta dopo l’operazione all’Opa Braccio di ferro sul risarcimento

I familiari di una spezzina ricorrono in Cassazione contro la riduzione degli importi stabiliti dalla Corte di Appello

"Nostra madre è entrata in sala operatoria con le proprie gambe, asintomatica ed in buone condizioni, ne è poi uscita in coma irreversibile per una comprovata responsabilità medica, e dopo 271 giorni è morta": è quanto scritto nel ricorso in Cassazione, nel lungo iter giudiziario per il risarcimento civile, presentato dai fratelli spezzini Roberto, Stefano e Claudio Brondi (,59, 62 2 59 anni) e figli di Andreina Calimeri morta a 72 anni per le complicanze di un intervento chirurgico eseguito all’ospedale Opa di Massa il 9 settembe 2005.

In primo grado il tribunale di Massa (28 marzo 2017) aveva condannato l’Asl 1 di Massa Carrara e il Consiglio nazionale ricerche (Cnr) che gestisce l’ospedale Opa “Pasquinucci“ a risarcire i tre figli per un importo di un milione e 320 mila (78mila a ciascuno e 354mila a Stefano, 366mila ciascuno a Claudio e Roberto per perdita del rapporto parentale), cifra però abbassata a 527mila euro dalla Corte di appello di Genova il 22 luglio 2020 che aveva scagionato l’Asl e ritenuto responsabile solo il Cnr. Ora gli eredi Brondi, sostenuti dagli avvocati del foro spezzino Pier Paolo Zambella e Raffaella Ponari Deslarzes, chiedono alla Cassazione di annullare la sentenza dei giudici di secondo grado. "La relazione medica dei ctu del tribunale di Massa - spiega l’avvocato Zambella (nella foto) ha “chiaramente rimarcato che le condotte attive e omissive del personale sanitario che ebbe in cura la signora Calimeri sono ravvisabili i profili di responsabilità colposa, in chiave di imperizia eo imprudenza“. La sentenza di Massa è stata ineccepibile". Nella sentenza di primo grado si legge che era stata differita un’udienza per evocare in causa i medici Mattia Glauber, allora primario dell’Opa, Alfredo Cerillo, primo operatore e Paolo Del Sarto, anestesista. Chiamata in causa che poi l’avvocatura di stato non perfezionò. "Presentammo anche una querela ai carabinieri della Spezia - rivela l’avvocato Zambella - ma, con nostro stupore, la procura di Massa ha ritenuto, evidentemente, che non vi fossero rilievi penali nella vicenda".

Guido Baccicalupi