MONICA LEONCINI
Cronaca

“Mio figlio ucciso sotto un rullo”. Lo strazio della mamma Ester alla giornata nazionale dell’Anmil

Il magistrato Maurizio Ascione: “Manifestazioni come questa servono a cambiare cultura”. Il racconto del presidente Bruschi: “Una gru si ribaltò e pose fine alla mia vita da normodotato”

La mattinata nella sala consiliare di Aulla con la presentazione della 74esima giornata nazionale dell’Anmil, presenti le più alte istituzioni civili e militari del comprensorio

La mattinata nella sala consiliare di Aulla con la presentazione della 74esima giornata nazionale dell’Anmil, presenti le più alte istituzioni civili e militari del comprensorio

Aulla (Massa Carrara), 21 ottobre 2024 – “Mio figlio fu dimenticato dentro un macchinario che continuò a funzionare per 28 minuti”. Le parole di Ester Intini, calme, ma addolorate, hanno emozionato il pubblico e creato silenzio in una sala consiliare piena. Sabato mattina Aulla ha ospitato la 74esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, evento promosso dall’Anmil. Tra gli interventi in programma quello della mamma di Gabriele Di Guida, morto nel 2019 a soli 25 anni, trascinato per il braccio da un rullo dopo essere rimasto incastrato con una mano. Una testimonianza su tutte, da conoscere perché tragedie simili non accadano più. La mattina è stata ricca di momenti emozionati.

Prima l’intitolazione della Via Caduti per il lavoro, a Pallerone, in ricordo delle vittime del polverificio 1940-1941-1942, poi la Santa Messa in San Caprasio, officiata dal vicario generale della Diocesi, Don Marino Navalesi, che ha pregato per chi ha perso la vita, con una speranza per il futuro e una prospettiva migliore per chi verrà dopo di noi. Poi la deposizione di una corona d’alloro e la commemorazione civile nella sala consiliare del Comune, alla presenza di autorità civili, militari, soci e studenti. A portare i saluti ci ha pensato il sindaco di Aulla Roberto Valettini. “Giornate come questa - ha detto - sono importanti, il lavoro è un diritto e un dovere, non dovrebbe essere fonte di danni pesanti. Dobbiamo sensibilizzare i giovani, che hanno sensibilità particolare e fanno tesoro di quanto ascoltano”. Tra il pubblico c’erano alcune classi delle scuole di Aulla. E’ stato Paolo Bruschi, presidente territoriale Anmil Massa Carrara a parlare dell’associazione. “Conta 250mila iscritti . Ha detto - vorrei far sentire con ancora più forza la voce delle vittime del lavoro e delle loro famiglie. Nel 1983, a soli 21 anni, una gru si ribaltò, forse per una mia manovra errata, mi colpì sulla spina dorsale, ponendo fine alla mia vita da normodotato e aprendomi una vita da portatore di handicap, con tutte le difficoltà che ne conseguono. L’Anmil è nata oltre 80 anni fa e dal 1979 le sono stati riconosciuti per legge i compiti di rappresentanza e tutela dei mutilati e invalidi di lavoro”. Anche delle loro famiglie, visto che il gruppo, ogni anno, elargisce borse di studio agli orfani delle vittime del lavoro.

Tanti gli interventi che sono seguiti, Antonino Volpe capo di gabinetto, Annalisa Piazzi, responsabile Inail Carrara, Nicola Del Vecchio, segretario Cgil Massa Carrara, Marco Pinelli, responsabile Pisll Lunigiana, Giuseppe Diamanti, vice presidente territoriale e consigliere nazionale Anmil. L’orazione ufficiale è stata tenuta dal magistrato Maurizio Ascione. “Cerchiamo di investire in occasioni come queste - ha evidenziato - seminando contenuti, informazioni e riflessioni, frutto di esperienza, sperando che si giunga a risultati incoraggianti. Il tema della sicurezza sul lavoro è oggetto di tutela, a partire dalla nostra Costituzione. La questione sicurezza negli ambienti di lavoro non va solo concentrata sul lavoratore, ma anche sulle persone e sulla comunità intera”. Ester Intini ha raccontato la commovente storia del figlio, dal giorno della sua morte fa sensibilizzazione in fabbriche e scuole. “Mio figlio voleva realizzare sogni semplici - ha raccontato - era stato assunto nella fabbrica dove è venuta la tragedia il 28 gennaio ed è morto ad aprile. Sembrava il posto di lavoro giusto, offerto da un amico, ma era spesso stanco e stressato. Io quella mattina non l’ho neppure salutato per l’ultima volta, credevo sarebbe tornato a casa come sempre, invece quella macchina lo ha inghiottito, è stato intrappolato tra i rulli per 28 lunghissimi minuti. Se qualcuno fosse stato al suo fianco, sarebbe andata diversamente”.