Da cinque mesi giace in una cella frigorifera dell’obitorio intercomunale al Campo di Marte a Lucca. Dimenticato da tutti. E il mancato funerale di Pietro Arena, noto speleogo e studioso deceduto per Covid a 72 anni il 9 dicembre scorso, sta ora diventando un caso. Abitante a Gallicano in Garfagnana, Arena, era noto anche in Lunigiana come studioso di percorsi carsici e di corsi d’acqua fluviali e sotterranei ed era conosciuto soprattutto per la scoperta di nuove vie accessibili nelle Grotte di Equi, nel Comune di Fivizzano, dove era vissuto fino al 2017 e delle quali è stato per anni anche gestore. Nessuno al momento ha reclamato ufficialmente la salma e soprattutto nessuno sembra intenzionato ad accollarsi le spese per un dignitoso funerale. In attesa che la questione venga risolta, anche sotto il profilo burocratico, la salma riposa dunque in questa fredda cella da ben cinque mesi.
Viveva da anni in Valle del Serchio e si occupava dell’accoglienza all’Antica Masseria Garfagnina nel Comune di Gallicano. Convinto “no vax“, non si era vaccinato e a fine novembre era stato contagiato dal Covid in modo grave. Era finito all’ospedale San Luca, dove era purtroppo deceduto in terapia intensiva dopo circa due settimane. La sua scomparsa aveva suscitato dolore tra gli amici della Valle del Serchio e della Lunigiana. Si era impegnato anche politicamente per un certo periodo, salvo poi rompere i rapporti proprio in seguito alle sue rigide posizioni in tema di vaccini e pandemia.
Ma dal giorno della sua morte nessun familiare, dai quali si era da tempo allontanato, ha ritenuto di farsi carico dei funerali. Silenzio. In questi mesi ci sarebbe stato poi anche un rimpallo di tipo burocratico sulla competenza territoriale per l’eventuale pagamento delle esequie in “emergenza“ da parte della pubblica amministrazione: tocca al Comune di Gallicano dove risiedeva negli ultimi anni o a quello di Lucca dove è deceduto? La questione è sospesa. Intanto la salma di Pietro Arena non ha ancora trovato una degna sepoltura.
Un caso che ricorda da vicino quello di Roberto Negro, l’ex docente di musica morto a 63 anni, che aveva scelto da tempo un’esistenza da senzatetto. Morì in ospedale il 17 giugno 2018 e la salma rimase “parcheggiata“ nell’obitorio del Campo di Marte fino alla metà di dicembre, per sei mesi. All’epoca fu il Comune di Lucca a prendere in mano la delicata situazione e a provvedere in proprio alle esequie, affidate all’agenzia funebre della Misericordia.
Paolo Pacini