ALESSANDRA POGGI
Cronaca

Addio al grande bomber, è morto Marco Cacciatori

Si è spento a 68 anni dopo una lunga malattia il calciatore centravanti. Militò anche in Serie A con il Perugia. “Alla Carrarese lasciò il suo grande cuore”

Marco Cacciatori

Marco Cacciatori

Carrara, 26 dicembre 2024 – Il mondo del calcio piange la scomparsa di un suo campione. E’ morto dopo una lunga malattia Marco Cacciatori detto ‘Cacetta’, considerato da tutti il calciatore più forte della Carrarese. È stato il più grande bomber azzurro di tutti i tempi. Nella squadra cittadina ha segnato 65 gol: nessun altro è mai riuscito a fare meglio. Marco si è spento all’età di 68 anni dopo una degenza alla Don Gnocchi, dove era in cura da qualche tempo. Ha sempre convissuto con la malattia, un tumore a 23 anni in piena carriera, e poi quello letale al polmone. Lascia la moglie Daniela e il figlio. In occasione della gara casalinga con il Cesena (domenica alle 15) sarà osservato un minuto di raccoglimento.

Dopo una prima parte di carriera in Serie D, e dopo aver messo a segno 25 reti in 34 partite nella Carrarese nella stagione 1977-1978, nell’estate 1978 compie un triplo salto di categoria passando al Perugia in massima serie. Esordisce in Serie A l’8 ottobre 1978 alla seconda giornata di campionato in occasione della sfida esterna contro l’Inter, realizzando a 4 minuti dallo scadere la rete del pareggio. Nel 1978 dopo aver accusato un malore in allenamento, gli viene diagnosticato un tumore a un testicolo. Dopo tre anni di cure riprende l’attività agonistica con la Carrarese in Serie C1, la chiude a 35 anni fra i dilettanti col Pietrasanta, dopo una militanza nella Sarzanese in C2, la squadra dei fratelli Signani con cui riprese l’attività dopo la malattia. e nel Fiumaretta. Nonostante la malattia Cacciatori ha sempre giocato con tutta quella forza e bravura che hanno contrassegnato tutta la sua carriera.

Nell’estate dell’80 i medici gli diagnosticano che il polmone destro è entrato in metastasi. Nel 1992 riparte da zero. Inizia a lavorare nella segheria di marmi del suocero, poi il camionista, infine la disoccupazione. Da qui l’inizio di una battaglia per ottenere la pensione da calciatore: mancano i contributi dei quattro anni di malattia, circa 30 milioni di vecchie lire. Nel 2001 la Figc interviene garantendo che il sussidio arriverà. “Sono dispiaciuto, ho sentito la moglie prima di Natale e mi aveva detto che era peggiorato, ma non pensavo che potesse morire così in fretta – commenta Gianmarco Remondina ex giocatore e allenatore della Carrarese –. Un ragazzo semplice e buono. In questi anni lo andavo a trovare saltuariamente e avevo intenzione di vederlo dopo Natale alla Don Gnocchi –. Ricordo quando aveva ripreso a giocare con noi e ha potuto giocare la Coppa Italia facendo gol al Catania. Marco è stato il più grande calciatore della Carrarese, abbiamo giocato assieme quando non era nella sua forma migliore, ma nonostante tutto aveva una forza esagerata, un sinistro micidiale e un’elevazione, straordinaria. Le sue punizioni erano missili che i portieri neanche vedevano. Marco ha fatto anche guadagnare parecchio alla Carrarese visto che la squadra lo aveva venduto due volte”.

“Sono veramente dispiaciuto di questa notizia – aggiunge il dirigente Walter Devoti distrutto –, Marco è stato un calciatore fantastico che ha fatto la storia della Carrarese, è stato il suo attaccante più forte di tutti i tempi”. “Se non fosse stato per la malattia avrebbe terminato la carriera calcista in serie A – commenta mister Corrado Orrico –. Un giovanotto che ha convissuto con la malattia per decenni. Era una persona coraggiosa, oltre a essere un grande giocatore, scherzava sulla malattia, la prendeva in giro. Ricordo decine di partite in cui è stato decisivo, era un giocatore straordinario con grandi qualità fisiche, una tecnica di primordine e un senso del gol grandissimo”.