Montignoso (Massa Carrara), 20 aprile 2021 - Ha perso la vita precipitando dal treno mentre stava inseguendo uno dei due malviventi che avevano rubato nel suo ristorante. Potrebbe essere questa la soluzione del giallo della tragica morte di Claudio Vita, il ristoratore di 31 anni, montignosino, il cui cadavere è stato trovato ieri mattina lungo i binari della ferrovia all’altezza della discarica di Montignoso. Il condizionale è obbligatorio perché gli investigatori stanno ancora indagando sulla tragedia per ricostruirla nei dettagli. Il dramma inizia nella tarda serata di domenica.
Claudio Vita era il titolare del “Vintage Cafè“ al Cinquale e da tre anni del “Tanca“, il ristorante attiguo al bar nella località più “in“ di Montignoso. Tragico incidente o addirittura omicidio? Un giallo a regola d’arte dove c’era solo una certezza: il ritrovamento del cadavere alle 5.40 lungo i binari e la sua identità (Claudio Vita aveva i documenti in tasca).
Il corpo è stato trovato dalla polizia ferroviaria lungo i binari alla altezza della discarica, al confine tra Montignoso e Pietrasanta, ma nel territorio montignosino. Era in una zona piuttosto impervia che ha messo a dura prova la professionalità dei necrofori della Società volontaria di soccorso gestione servizi di Marina di Massa. Il corpo era a una decina di metri dai binari in un tratto difficile da raggiungere. La squadra della Svs ha potuto fare affidamento, per il recupero, anche sulla collaborazione degli operai delle ferrovie.
Come è morto il ristoratore e perché il suo corpo è stato trovato nel cuore della notte lungo la ferrovia? Una prima ipotesi è che Claudio Vita sia scivolato dal treno merci diretto a sud al quale sembra si sia aggrappato col braccio destro (il sinistro non era più pienamente utilizzabile a causa di un vecchio incidente stradale) nel tentativo disperato di riprendersi il denaro che gli era stato sottratto poche ore prima: un furto da alcune migliaia di euro (si tratterebbe di 5mila euro).
Una somma ancora più importante ora, in piena pandemia. Le indagini della Procura della Repubblica sono in pieno svolgimento partendo da un dato certo: non si tratta di un sucidio. E sono i carabinieri del comando provinciale di Massa a dover ricostruire il dramma.
E spetterà sempre ai militari dare risposte ai familiari di Claudio Vita sconvolti dal dolore. I genitori, Lamberto Vita e Carla Carmassi, sono persone perbene, gestiscono da almeno 35 anni il negozio di ortofrutta e alimentari “Lamberto e Carla“ davanti a Palazzo di Giustizia a Massa.
La sorella Roberta è uno stimato ingegnere. Ora sono tutti distrutti dal dolore e vogliono solo sapere cosa è accaduto, per avere giustizia. L’ipotesi più accreditata è che il giovane ristoratore si sia messo sulle tracce di chi aveva sottratto il denaro con la convizione di farselo restituire.
Stava cercando qualcuno? Aveva qualche appuntamento? Era da solo o in compagnia? Nessun dettaglio trapela in queste prime ore dagli investigatori. I primi ad essere intervenuti sono stati gli agenti della polizia ferroviaria di Massa con il nuovo dirigente Massimiliano Raffaelli.
La polizia ha provveduto anche ai primi rilievi di carattere scientifico. Particolare importante: la Procura potrebbe disporre l’autopsia per avere altri dettagli sulla tragedia. Il corpo senza vita è stato recuperato intorno alle 8 e trasferito all’obitorio comunale di Massa in attesa delle decisioni della Procura. La notizia della tragica morte ha sconvolto due comunità; quella montignosina e quella massese. Ieri mattina nella zona dove è stato trovato il corpo senza vita di Claudio Vita sono accorsi tanti amici del ristoratore.
Dolore, commozione e vicinanza ai familiari anche in piazza De Gasperi dove la notizia della tragedia è arrivata nelle prime ore del mattino. Tutti increduli e speranzosi che non fosse accaduto: una speranza crollata quando il negozio è rimasto chiuso.