
Gli studenti del Palma all’opera per disegnare i volti delle donne senza nome
Hanno immaginato i volti di quelle donne senza universo, gli studenti del liceo Palma. Volti confluiti nella mostra inaugurata giovedì nelle sale della presidenza del consiglio regionale a Firenze, intitolata “Donne internate a Maggiano. L’arrivo di Mario Tobino e le libere donne (1945-1952) - Sei storie di donne e uno sguardo d’artista“. Un’analisi dell’internamento femminile in occasione dei 70 anni dall’uscita dell’opera di Mario Tobino, “Le libere donne di Maggiano“, appunto. Il progetto, preceduto da un’accurata indagine nelle cartelle cliniche e in altri fondi conservati negli Archivi di Stato di Lucca e Massa e nell’Archivio Storico della Provincia di Lucca, si è ispirato alla metodologia della storia di genere e della “public history“, focalizzando l’attenzione su ragioni e modalità dell’internamento femminile rispetto a quello maschile. Un percorso espositivo curato da Alessandra Celi e Luciana Vietina con l’apporto di Claudia Leporatti e Giulia Talini. Alla ricerca in archivio ha partecipato Rita Bonini, presidente di Soroptmist Apuania e medico cardiologa, sensibile alla medicina di genere. L’attività didattica per due classi del Liceo Chini di Lido di Camaiore si è realizzata grazie un bando della Regione. Alla realizzazione dei pannelli ha dato un importante contributo il liceo Palma: gli studenti hanno realizzato i ritratti immaginari di donne il cui volto non è nelle cartelle.
La mostra si apre con le foto, Vite dentro, di Ubaldo Lorenzo Dati, una riflessione sulla perdita della libertà, ieri e oggi. Gli studenti della classe 5A 2023-24 hanno contribuito alla narrazione delle sei storie di donne attraverso questi ritratti immaginari per restituire un volto, una “identificabilità”, significa restituire parte di quella dignità di individuo sottratta con l’internamento. Gli studenti, guidati dall’insegnante di lettere, Cristiana Cardini, hanno affrontato l’argomento con letture di testi e riflessioni sul dramma emerso dalle carte d’archivio. Attività che, assieme alla sensibilità degli studenti e la forte empatia suscitata dalle drammatiche storie nelle quali si sono immedesimati, hanno trovato nel linguaggio dell’arte la massima veicolazione. Esposte più di venti opere create nel laboratorio di pittura con il professor Alessandro Coltri dell’Accademia di Carrara, in sinergia con le docenti Claudia Leporatti, Patrizia Mannini, Lucia Matteucci.
Elsa, Elvida, Irene, Maria, Pia, Olena, rinascono dunque in un immaginario è ispirato a foto d’epoca pertinenti ai dati desunti dai documenti, in particolare riguardo l’età e l’estrazione sociale. I giovani artisti sono riusciti ad andare oltre, in opere che colpiscono per intensità espressiva, facendo dono del proprio sguardo. I ritratti immaginari sono opera di Francesca Bacci, Eva Baldassini, Valentina Barabotti, Alice Dallari, Giulia Zoe Flauret, Valentina Galeotti, Giulia Galli, Kartika Haregù, Melania Infantino, Sara Lazzini, Alessandra Manco, Giacomo Marcuccetti, Livia Mariani, Aurora Nari, Giulia Nervini, Claudio Onofri, Ilaria Orlandi, Nicolò Pucci, Aurora Renzullo, Maya Tommasi Grossi, Joseph Vignudini (classe 5A a. s 2023-24). Alla promozione dell’evento ha contribuito l’ex allievo Emilio Brotini, con Brotini SpA-Audi di Massa. La mostra è aperta fino al 4 aprile, dal lunedì al venerdì (ora 10-12; 15-18).
Irene Carlotta Cicora