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Una fotografia 3 metri per 2, che ritrae un gancio da macellaio con appesa una mascherina sporca di sangue. Un’immagine che può sembrare macabra, affissa la notte di sabato scorso da due persone che abbiamo avuto la fortuna di fotografare all’opera. Loro sono Mr Tuno e Dare, due artisti che con la maschera a forma di becco, tipica degli abiti dei medici nel periodo della peste, hanno deciso di lanciare una provocazione alla città di Massa. Non è dato sapere la loro identità, sappiamo solo che sono due artisti e come solo l’arte può fare, cercano di smuovere reazioni. Mr Tuno o T1 ha realizzato la fotografia che poi Dare ha aiutato a posizionare in via Croce. L’opera trova la sua cornice uscendo da via Pascoli per creare quell’effetto "Wow", tipico dell’arte. Abbiamo avuto la fortuna di fare una chiacchierata con Mr. Tuno che ci ha raccontato il senso di questo gesto e della fotografia: "Non ho voluto dare un punto di lettura chiaro, ho fatto un’opera che cerca di soddisfare tutte le esigenze intellettive". Non si può negare che un’opera del genere possa essere provocatoria, soprattutto nel periodo di pandemia in cui il mondo è ancora avvolto. "Certo l’opera è una provocazione. L’arte deve smuovere sensazioni, emozioni e punti di vista differenti. C’è chi può pensare, vedendo la fotografia, che siamo tutti carne da macello dei poteri forti, ma non è il solo punto di vista. Il negazionista del Covid avrà una sua chiave di lettura, mentre chi teme il virus avrà un altro modo di vederla. Non sarò io a dire come leggerla, ognuno la leggerà a suo modo, l’unica sensazione che sono sicuro di voler smuovere è quella di riempire i vuoti che la pandemia ci sta dando". La scelta di non dipingere il muro è semplice: "l’opera non deve essere permanente - sottolinea Tuno - la stampa è su carta biodegradabile perché tutto si consuma. Questa foto è come una notizia e come la memoria che si degrada, racconta il momento e poi svanisce, se ne può avere ricordo ma il tempo la consuma". Mr Tuno e Dare avevano già provato ad affiggere la foto in via Pascoli ma la mattina dopo era stata strappata e accartocciata (la stampa si trova ancora lì). "L’hanno strappata perché funziona - tuona T1 - , è accartocciata perché ha stimolato una reazione". Dare dà una visione più aggressiva: "Vogliamo lasciare un segno. Un’opera del genere deve farci capire anche la diffusa stupidità umana. Ho preso parte al progetto di Tuno perché mi piace creare reazioni e far parlare le persone. Se l’opera verrà strappata di nuovo faremo di tutto per farla arrivare a tutti, in modo che non si possano dimenticare di noi". Quello che si chiederanno in tanti adesso è: chi sono Mr Tuno e Dare? Perché fanno questo? Ebbene l’arte deve suscitare tanti quesiti, specie se non è chiara, quello però che è chiaro è che opera e artista sono funzionali l’una all’altro perché entrambi ci fanno chiedere "Chi sono e cosa vuol dire tutto ciò". E se ve lo chiedete, c’è solo un motivo: perché funziona.
Margherita Badiali