ROBERTO OLIGERI
Cronaca

A San Terenzo Monti nascerà il Museo della cultura della Fede

Don Maurizio Marchi ha portato al coperto sculture da sempre esposte al maltempo. E la grande canonica ospiterà i pellegrini

Don Maurizio Marchini, parroco di San Terenzo, nella cripta con le sculture

Massa, 29 dicembre 2019 - Nel dialogare con don Maurizio Marchini, parroco di San Terenzo Monti (frazione del comune di Fivizzano), non bisogna dimenticare che si è di fronte ad un architetto, un docente di storia dell’arte: solo così si riesce a comprendere da dove trae origine la sua profonda conoscenza nelle opere di scultura e di pittura che adornano le chiese di Lunigiana.

Un’incisione su una pietra, un simbolo su di un dipinto.Dettagli insignificanti per un profano, sono per lui chiavi di lettura di un passato lontano che gli permettono di risalire al periodo in cui le opere d’arte sono state eseguite e a chi ne è stato l’autore. Recentemente il parroco, si è premurato di mettere in sicurezza una serie di sculture in pietra, da tempo collocate all’esterno dell’abside della chiesa parrocchiale, edificio sacro dallo scorso anno innalzato a Santuario Diocesano. Sono sculture raffiguranti serpenti, sirene bicaudate, la rappresentazione di un immaginario di mostruosità inimmaginabili giunto dalla notte dei tempi fino a noi con tutto il suo carico di mistero.

"Queste enigmatiche sculture – spiega don Marchini –sono tappe miliari del cammino della fede dai tempi lontani fino all’attualità. Da troppo tempo erano esposte alle avversità atmosferiche e si correva il rischio che venissero rubate per arricchire la collezione di qualche appassionato senza scrupoli. Per non correre rischi, è stato deciso di riporre all’interno della Chiesa queste irripetibili sculture, mute testimoni dell’evoluzione della fede. Le abbiamo messe in uno spazio che, secondo importanti testimonianze, era anticamente la cripta dove probabilmente aveva trovato la prima collocazione il corpo di San Terenzo,Vescovo e Martire dopo la sua translazione dalla Piana di Luni, adagiato su di un carro trasportato da buoi.

Per secoli questa chiesa, una delle più importanti ed antiche (risale al 728 N.d.R.) della Lunigiana storica, era meta di pellegrinaggio. S’intravede ancora la feritoia dove i devoti infilavano dentro un bastone con sopra un panno fino a toccare l’urna del Santo. Non passa settimana che io non scopra qualche preziosità artistica in questa chiesa, in altra epoca costituita su 3 navate, che non meriti attenzione e doverosa conservazione.

A una Chiesa così importante, s’affianca un’imponente canonica per la quale è già stato previsto un progetto di recupero. Vogliamo adibirla a ricettività per i pellegrini. Qui si venera un Santo le cui spoglie sono integre, cosa non comune. E i tanti reperti storici, architettonici ,ricchi di sacralità, ci spingono ad allestire un museo dove preservare le opere d’arte per renderle fruibili e tramandarle alle future generazioni.E’ la prima tappa di quello che diverrà il “Museo della Cultura delle Fede”. © RIPRODUZIONE RISERVATA