REDAZIONE MASSA CARRARA

Elicottero caduto, l’ipotesi: “Naomi non ha visto la montagna a causa della nebbia”

Indagini serrate di Procura e Ansv per ricostruire quanto accaduto. I sogni spezzati della 28enne di Faenza che voleva volare fin da piccola

Carrara, 29 ottobre 2023 – Per ore Pegaso ha sorvolato la zona. La speranza era quella che Naomi Maiolani si fosse lanciata dall’elicottero. La zona è stata battuta da volontari che la chiamavano pregando in una risposta. Ma l’amaro destino ha spezzato i sogni di una 28enne di Faenza che voleva volare fin da piccola ed è morta mentre stava lavorando. C’è ora la possibilità che la Procura apra un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo. Indagini che andranno di pari passo con il fascicolo aperto dall’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) che, nella relazione, specifica: "l’obiettivo dell’inchiesta di sicurezza consiste nel prevenire futuri incidenti e inconvenienti, non nell’attribuire colpe o responsabilità. Essa, conseguentemente, è condotta indipendentemente e separatamente da inchieste - come ad esempio quella dell’autorità giudiziaria - finalizzate all’accertamento di colpe o responsabilità".

Ma a complicare il lavoro degli investigatori c’è l’assenza del flight recorder, la scatola nera, perché non è previsto su aeromobili inferiori alle 7.5 tonnellate. Tra le varie ipotesi, ancora al vaglio degli investigatori, l’avaria al motore, quella alla trasmissione o al rotore di coda, possibili cause di perdita del controllo del mezzo.

Poi quella più avvalorata dagli esperti di volo: l’impatto con il monte dopo che la Maiolani era entrata in un banco di nebbia. Non sembra che la 28enne abbia avuto il tempo di lanciare l’allarme, tesi che potrebbe accantonare l’avaria ma "non si può escludere niente - a trattare l’argomento è Vittorio Cucurnia, pilota privato di aereo ed elicottero dal 1980 con 1080 ore di volo alle spalle -. Dalle foto il relitto è molto danneggiato quindi si presume sia avvenuto un impatto con tanta energia. Che cosa abbia portato a questa situazione lo dovrà stabilire l’inchiesta tecnica. Il giorno dell’incidente sul posto c’era un ingegnere pilota di ala rotante dell’Ansv, un professionista che ha catalogato le prime evidenze sul luogo del sinistro. Purtroppo qui c’è l’aggravante del fuoco che non aiuta dato che molte evidenze possono essere o alterate o distrutte. Dopo l’ok del magistrato la carcassa dell’elicottero sarà rimossa e portata in un luogo protetto, in un hangar, sotto sequestro penale dove verranno svolte le indagini".

Partita da Oristano la Maiolani, aveva fatto rifornimento all’Elba per riportare a Sondrio l’aeromobile della società Elitellina che in Sardegna svolgeva il servizio antincendio. A Fontia l’elicottero avrebbe impattato il monte con molta energia e il monoturbina As350 Ecureil si è accartocciato, il trave di coda schiacciato e poi l’aeromobile ha preso fuoco.

"Quasi sicuramente la pilota o non ha visto il monte o non ha visto un altro ostacolo, a causa della nebbia, e ci ha sbattuto contro - prova a dare una risposta il comandante Jacopo Del Carlo, Ufficiale pilota della Marina Militare -. Questa è la ricostruzione più plausibile senza altri elementi disponibili, la causa degli incidenti mortali più frequenti nel campo elicotteristico è affrontare la montagna". A rispondere potrebbe esserci anche il Fadec un sistema di controllo dei parametri e prestazioni di un motore aeronautico presente sull’aeromobile. Dati che farebbero chiarezza nel caso la Maiolani avesse cercato di invertire bruscamente la rotta per non impattare. "Non è detto che avesse a bordo la strumentazione per rilevare l’ostacolo - conclude poi il comandante Del Carlo -. Un elicottero che fa antincendio deve essere leggero per trasportare il massimo carico d’acqua".