
Nasce la figura dell’educatore di plesso
Sempre più bambini, in quello che è l’aumento delle disabilità legate al contesto sociale. Salgono così le richieste d’aiuto da parte delle famiglie che si ritrovano a fronteggiare problematiche di natura neuropsichiatrica infantile. Nasce quindi, da una necessità, la cooperazione tra Comune di Massa e cooperativa Progetto A che vede la creazione dell’educatore di plesso, una figura che si inserisce a tempo pieno all’interno dell’istituto per portare avanti un percorso con i minori che manifestano disabilità di vario genere legati alla certificazione 104. Parliamo di 7 istituti comprensivi, sul territorio massese, dal nido alle medie per un totale di 165 bambini coinvolti e 50 operatori attivi.
"La progettualità deve essere maggiormente legata ai bisogni - racconta Cristina Martelli coordinatrice tecnico educativa della cooperativa - l’educatore essendo nella scuola può essere orientato verso quelle che sono le necessità del bambino lavorando in sinergia con l’insegnante sulla strutturazione del progetto educativo". Rimane la figura dell’insegnante di sostegno che sarà affiancata dall’educatore "in un lavoro di coordinamento tra i due soggetti - prosegue - allo scopo di costruire un progetto mirato in termini di obiettivi, strumenti e strategie. L’educatore di plesso lavorerà con un gruppo di bambini, massimo 4, per ognuno di loro avrà il profilo di funzionamento, un certificato rilasciato dalla neuropsichiatria che ci permettere di costruire un percorso adatto al soggetto". Sarà quindi il pediatra a dover fare la richiesta di visita specialista neuropsichiatrica dove verrà rilasciato un certificato da consegnare alla scuola. Poi l’istituto si adopererà per richiedere l’educatore oltre che all’insegnate di sostegno già presente. "Già al nido mio figlio aveva bisogno di aiuto - racconta Rosa Barbieri, una mamma - ma mi dicevano che era troppo piccolo per valutare se avesse o no dei problemi. Io lo vedevo dai suoi comportamenti che c’era qualcosa che non andava, tendeva spesso a isolarsi, non voleva fare le attività aveva paura, io lo dicevo alle maestre ma niente. Alla fine tramite la pediatra sono andata dalla neuropsichiatra e li gli è stato certificato un ritardo cognitivo. Ora lui fa 7 anni a dicembre e va in seconda elementare, sono due anni che è seguito da un educatore, in questo modo non rimane mai solo in quelle che sono le 22 ore di sostegno settimanali. Lui si trova bene, quest’anno farà anche il territoriale". Il progetto non si ferma all’attività scolastica ma riguarda anche i centri estivi con 73 bambini e l’intervento territoriale con l’organizzazione di laboratori tematici che coinvolgono circa 70 bambini per creare contesti aggregativi, strutturati e veicolati dagli operatori territoriali. Un aumento dei casi di disabilità con "sempre più bambini con problemi legati anche al contesto sociale - conclude la Martelli - a problematiche di carattere psichico. Serve una maggiore attenzione e una maggiore cura". A coordinare la cooperativa insieme a Cristina Martelli c’è Marusca Martinelli e la referente del progetto è Domenica Miele.
Patrik Pucciarelli