"Nel cuore i giovani e i più deboli". La missione di don Anthony Nnadi per unire e rafforzare la comunità

Il nuovo parroco di Aulla ha tre lauree e due dottorati. Sarà coordinatore della cura pastorale di 19 parrocchie

"Nel cuore i giovani e i più deboli". La missione di don Anthony Nnadi per unire e rafforzare la comunità

"Nel cuore i giovani e i più deboli". La missione di don Anthony Nnadi per unire e rafforzare la comunità

L’estate ha portato alla comunità aullese don Anthony Nnadi, il nuovo parroco al quale ha lasciato il posto don Lucio Filippi, che ha colto l’occasione per riposarsi un po’ dopo anni di grande lavoro con amore e impegno al servizio della collettività locale. Il sacerdote, chiamato a sostituire don Lucio, è già conosciuto in Lunigiana: per quasi sette anni ha potuto portare nella parrocchia della vicina Tresana, la sua energia e il suo entusiasmo, oltre che il suo grande sapere dato che nella vita ha collezionato ben tre lauree, due dottorati e altri numerosi titoli degni di nota. Ha insegnato nella scuola della Diocesi, oltre ad avere la carica di vicario foraneo, facente veci di monsignor Mario Vaccari, vescovo della diocesi di Massa-Carrara.

Oltre a quello di prendersi cura dei suoi parrocchiani di Aulla, sarà coordinatore della cura pastorale di 19 parrocchie per i prossimi nove anni: San Caprasio in Aulla, San Bartolomeo in Bibola, San Michele Arcangelo in Fornoli, Santi Giacomo Apostolo e Giulitta in Barbarasco, San Brizio Vescovo in Bola di Tresana, Santi Prospero e Caterina in Careggia di Tresana, San Michele Arcangelo in Giovagallo di Tresana, San Lorenzo martire in Novegigola di Tresana, Santa Maria Assunta in Riccò di Tresana, San Giorgio in Tresana, San Siro in Villa di Tresana, San Giacomo Apostolo in Canova di Aulla, San Bartolomeo Apostolo in Gorasco di Aulla, San Tommaso Becket in Pallerone di Aulla e della Natività di Maria Vergine in Serricciolo di Aulla.

"Il giorno in cui abbiamo fatto la cerimonia di ingresso con il vescovo è stato davvero emozionante, – racconta don Anthony – Non mi sentivo degno di questo ruolo, ma il Signore me lo ha donato e io sono pronto a svolgere il mio compito, ma posso farlo solo insieme agli altri sacerdoti e a tutte quelle persone che vivono attorno alle parrocchie. Questa è la parola fondamentale per riuscire nelle cose. E’ importante trovare l’armonia delle differenze: siamo tutti diversi come persone, come parrocchie, come parroci e trovare unità nella diversità è ciò che serve a fare bene. Con questo senso possiamo farcela e possiamo creare qualcosa di importante. Dobbiamo lasciare fuori il protagonismo, perché siamo in cammino insieme verso la santità, non è una lotta politica. Dobbiamo vivere bene per arrivare dove il Signore ci aspetta."

Rilevanti e di grande soddisfazione sono state le esperienze precedenti a quelle della Lunigiana. E anche qui è stato accolto con grande positività: "Sono sempre stato bene ovunque io sia stato fino ad ora. Sono stato ben accolto dai parrocchiani sia sulla Costa, come a Marina di Carrara, che in Lunigiana, come a Scorcetoli e Tresana. Mi hanno sempre voluto bene. Quando sono venuto a Barbarasco hanno fatto un pullman da Marina per venire alla cerimonia di insediamento, e questo significa aver lasciato qualcosa a chi mi ha incontrato sulla sua strada. Sono sempre stato in mezzo alla gente, anche quando scrivo i miei libri lo faccio seduto al tavolo di un bar, e ho sempre cercato di fare avvicinare i ragazzi organizzando attività che potessero interessargli, sia di gioco che di riflessione, dal calcetto alla pizza con film, tutte iniziative che hanno sempre divertito anche me e che hanno creato tante occasioni di scambio di idee. Ogni momento è importante e bisogna saper accogliere con amore, accompagnare e poi camminare, sempre insieme."

E cosa c’è nel futuro? "Appena insediato ho subito fatto un incontro con tutti i sacerdoti affinché si inizi sin da subito a cercare di realizzare alcuni obiettivi per il prossimo Anno pastorale: al centro del programma ci sono i giovani, gli adulti, e le famiglie, soprattutto quelle separate o quelle in difficoltà, senza dimenticare gli ammalati. Prendersi cura dei deboli è segno di civiltà, e la grandezza della società si vede da come ci si prende cura dei più deboli. Abbiamo già iniziato a lavorare, e appena sono arrivato ho chiamato tutti gli animatori e coloro che si occupano dei ragazzi in questa Unità pastorale. Li ho incoraggiati, gli ho chiesto di cosa avessero bisogno e gli ho spiegato che sarò sempre al loro fianco. Abbiamo grandi progetti e sono sicuro che con la forza e l’impegno di tutti riusciremo a realizzarli." Tanti progetti, quindi, per il futuro della parrocchia di Aulla che sarà sicuramente florido di tante novità, soprattutto in un periodo in cui fare "comunità" è sempre più difficile.

Anastasia Biancardi