REDAZIONE MASSA CARRARA

Nel segno di Marchetti: "Trent’anni fa la svolta per il mondo del marmo"

L’attuale presidente della commissione lapideo, figlio del senatore, ricorda l’impegno del padre nel regolare i rapporti economici del settore "Un passaggio di legge che confermava il criterio dei canoni di concessione" .

Nel segno di Marchetti: "Trent’anni fa la svolta per il mondo del marmo"

Il tempo ha visto molti cambiamenti nel mondo del lapideo

di Daniele Rosi

"Il 1994: anno della svolta sul marmo". Si apre così la riflessione del consigliere e presidente della commissione marmo Nicola Marchetti riguardo il trentennale, se così si può chiamare, della legge che regolò i rapporti economici tra proventi del marmo ed entrate del Comune. In un periodo storico in cui sono tanti i temi legati al lapideo: pensiamo alla sigla delle convezioni, articolo 21, regolamenti sulla tracciabilità o il nuovo regolamento sulle gare vicino all’approvazione, il consigliere Marchetti ricorda i risultati ottenuti alla fine del 1994 da suo padre Fausto, allora senatore comunista. "Succede tutto con un blitz nella seduta tra il 24 e il 25 novembre 1994 al Senato – rammenta il consigliere – durante la valutazione della legge finanziaria, la prima proposta da Berlusconi Presidente del Consiglio. All’improvviso si alza il senatore Fausto Marchetti, primo firmatario di un emendamento all’articolo 32 comma 8. Il sottosegretario Asquini invita il senatore carrarese ad illustrarlo: rispetto al testo presentato, l’emendamento viene mutato".

Nel testo riformulato è scritto che, a decorrere dal primo gennaio 1995, i canoni annui per i beni appartenenti al patrimonio indisponibile dei comuni sono, in deroga alle disposizioni di legge, determinati dai comuni in rapporto alle caratteristiche dei beni a un valore non inferiore a quello di mercato, fatti salvi gli scopi sociali. L’emendamento passa e dal 23 dicembre, quando la legge 724 ‘Misure di razionalizzazione della finanza pubblica’ viene promulgata dal Presidente della Repubblica, le entrate del Comune derivanti dal settore marmifero passano da poche centinaia di milioni di lire a diversi miliardi, e poi agli attuali milioni di euro.

"Un passaggio epocale – sottolinea Nicola Marchetti - che confermava, per legge, il criterio di fissare i canoni di concessione per tutte le cave comunali in base al valore di mercato". Sempre nel 1994 il consiglio comunale di Carrara voterà il ‘Regolamento per la concessione degli agri mammiferi’ che ripercorre gli assunti di quello approvato nel 1988 con l’avvocato Fausto Marchetti, allora sindaco di Carrara, presentato dall’avvocato Alberto Pincione assessore al marmo e redatto con la consulenza dell’avvocato Cesare Piccioli, per poi arenarsi in Regione. Prima dell’istituzione del regolamento, la massima assise comunale deciderà, con un apposito ordine del giorno, di mostrare la propria gratitudine al senatore Marchetti. L’emendamento che garantisce l’onerosità delle concessioni, legandole al valore di mercato diventato legge, è un supporto fondamentale per il buon esito del Regolamento nel momento in cui l’offensiva degli industriali del marmo, durante il primo governo Berlusconi che agisce col parere dell’Avvocatura generale dello Stato, finirà all’attenzione della Corte costituzionale.

La sentenza 488 del 1995 sancisce che a questa regola ‘i Comuni di Massa e Carrara devono fin d’ora uniformarsi, indipendentemente dall’entrata in vigore dei regolamenti’ previsti dalla legge mineraria. "Ho voluto rievocare quello che tanti ricordano come il momento di svolta per la vita politica e sociale della nostra città – conclude Nicola Marchetti - che ha visto protagonista mio padre. In trent’anni abbiamo visto mutamenti regolamentari, leggi regionali, ricorsi, sentenze, ma nulla scalfisce l’importanza di quel dicembre 1994".