di Patrik Pucciarelli
Nero alle cave: tutti assolti. Si è sgonfiata la maxi inchiesta che ha visto indagati trenta fra imprenditorie commercianti del marmo. In 8 sono stati rinviati a giudizio per riciclaggio. Il 13 dicembre dovranno rispondere dell’accusa di fronte al collegio. Sono passati ieri davanti al gup Dario Berrino del tribunale di Massa gli imprenditori del marmo coinvolti nell’inchiesta della Guardia di finanza sul nero alle cave.
Una maxi indagine partita nel 2013 che ipotizzò una mega evasione di 130 milioni da parte del gruppo di indagati. Dei trenta finiti nel mirino delle fiamme gialle e della procura 13 sono cittadini indiani, 17 italiani tra cui undici di Carrara. Giovanni Bibbiani, Fabio Braccini, Nicola Fontanili, Franco Gemignani, Manrico Gemignani, Giorgi Roberto, Simonelli Andrea, Simonelli Giovanni, Mose Soli, Gianluca Sorsoli, Luigi Sorsolli, Stefano Torri, Carlo Vanelli, Eugenio Venezia, Giuliano Venezia, Maria Pia Venezia, Paolo Zanzanaini, Salik Abdul, Shaid Abdul, Mahendra Kumar Agarwal, Amit Dhonkeriya, Vineet Gyal, Suresh Kumar Gupta, Govind Jhajlani, Munisch Kapur, Kumar Jitendra Koolwal, Norayan Govind Saini, Bhavya Shrimal, Devender Singh, Singh Sunder Tomer.
L’indagine della Guardia di finanza, denominata Black Marble si era ridimensionata a seguito dell’analisi dei pm della procura. Gli imprenditori del marmo pare non avessero sottofatturato il marmo di Carrara che vendevano agli imprenditori indiani. Fatture di esportazione sgonfiate e l’altra parte in contanti. Tuttavia se inizialmente si parlava di sottofatturazione poi le contestazioni sono diventate, attraverso intercettazioni telefoniche, di attività bancaria non autorizzata.
Nell’udienza di ieri quindi tutti assolti, ma di questi 8 sono stati rinviati a giudizio per riciclaggio. Dovranno presentarsi davanti al collegio: Eugenio Venezia, Giuliano Venezia, Fabio Braccini, Andrea Simonelli, Giovanni Simonelli, Munish Kapur. Nel dettaglio le accuse di cui i vari imprenditori del marmo di Carrara si sono trovati a rispondere ieri. A Franco e Manrico Gemignani e a Carlo Vanelli veniva contestata un’evasione complessiva pari a un milione e 300mila euro. A Eugenio Venezia veniva contestata falsa fatturazione perché "utilizzando una fattura emessa da Igf Marmi attestò falsamente la quantità di metri quadrati di lastre di marmo con un valore dichiarato inferiore a quello effettivo". "In particolare – si legge nell’avviso di fissazione dell’udienza preliminare – Venezia si adoperava per il ritiro di denaro dagli indiani autori dell’abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento, e consegnavano le somme a Gemignani e Vanelli". Giuliano ed Eugenio Venezia "ritiravano denaro in contanti per 75mila euro dagli indiani e consegnavano a Vanelli di Sagevan". Altri imprenditori indiani "consegnavano 50mila euro a Eugenio Venezia e all’autista Giovanni Simonelli". Anche Nicola Fontanili insieme a Eugenio Venezia veniva contestata un’evasione di oltre 200mila euro.