"Non si possono aprire nuove cave nella zona di protezione speciale delle Alpi Apuane, anche in galleria, nemmeno alla Breccia Capraia a Massa". E’ la posizione del Gruppo di intervento giuridico, Grig, che evidenzia l’importanza di applicare la norma di salvaguardia che è stata disposta per le zone di protezione speciale, Zps, individuate ai sensi della direttiva della Comunità Europea sulla tutela dell’avifauna selvatica per far parte della Rete Natura 2000. "E gran parte delle Alpi Apuane rientra – oltre che nel parco naturale regionale delle Alpi Apuane – proprio nella zona di protezione speciale dove in linea di massima non possono, quindi, essere aperte nuove cave o riaperte quelle dismesse", incalza il Grig che poi entra nel vivo del caso di Massa, il più recente in ordine di tempo, ossia Cava Breccia Capraia gestita dalla Gmc spa. Il 22 febbraio di quest’anno il Parco ha accertato che "il sito oggetto del progetto di coltivazione in esame ricade all’interno dell’area contigua zona di cava del Parco Regionale delle Alpi Apuane" evidenziando come "parte delle gallerie di escavazione oggetto del progetto per cui è stata rilasciata la pronuncia di compatibilità ambientale del 2016 e le relative proroghe, risultano ricadere all’interno della Zona di Protezione Speciale ‘Praterie primarie e secondarie delle Apuane’, dove vige il divieto di escavazione" oltre ad altre difformità. Questo significherebbe che l’autorizzazione del 2016 e le successive proroghe sono state rilasciate "sulla base di una documentazione tecnica non corretta e non corrispondente alla realtà territoriale dell’area e ai relativi vincoli presenti", e il Parco è corso ai ripari "inibendo, finalmente, l’attività di cava ‘nelle gallerie ricadenti all’interno della Zona di Protezione Speciale Praterie primarie e secondarie delle Apuane’ – precisa il Grig -. Cinque anni di attività estrattiva in violazione di legge, ma non si ha notizia dell’adozione di alcun provvedimento di natura sanzionatoria e ripristinatoria". Il GrIG ha, pertanto, inoltrato una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti, coinvolgendo i Ministeri della Transizione Ecologica e della Cultura, la Regione Toscana, la Soprintendenza, il Parco, i Carabinieri Forestale, i Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale, il Comune di Massa e informando per gli aspetti di competenza la Procura di Massa.