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L’erosione alla Torre Fiat
Un altro passo in avanti per la costa massese per la gestione dell’arenile nel tratto fra il Frigido e il Lavello. Una zona che era stata sottoposta ai vincoli del Sin fino al 2013 per poi passare con la riperimetrazione dell’area sotto la Regione con il Sir. Ma i vincoli restavano e congelavano la realizzazione di molte opere, primo fra tutti l’importante ripascimento di una zona dove la spiaggia nel tempo è arretrata di decine di metri, rimanendo spoglia per lunghi tratti. Il Comune sin dal periodo pandemico aveva iniziato la procedura per la restituzione di questo tratto di costa agli usi legittimi. I parametri erano abbastanza positivi, pure il confronto con Arpat, pur protrattosi a lungo, alla fine era andato bene ma serviva pure un confronto di 6 mesi sull’analisi dello stato di contaminazione per raggiungere un accordo definitivo soprattutto per l’aggiornamento dell’analisi di rischio, perché di fatto la restituzione agli usi legittimi è arrivata nel 2023.
Accordo che è arrivato in questi giorni con la validazione delle verifiche sulle matrici ambientali e sull’analisi di rischio prodotta dai tecnici per conto del Comune. La restituzione agli usi legittimi, pur vincolata all’analisi di rischio, rappresenta un tassello importante per la futura progettazione delle operazioni anti erosione o di ripascimento. Basta pensare che proprio per i vincoli imposti da Sin e Sir fino a oggi non si era riusciti a programmare un intervento, così da perdere parte dei finanziamenti stanziati tramite l’accordo fra Ministero dell’ambiente e Regione Toscana nel 2010, circa 20 milioni di euro. Con i vincoli del Sin era di fatto impossibile mettere mano alle scogliere, allo spostamento dei massi, alla gestione delle terre e al ripascimento perché quei vincoli erano troppo stringenti. Poi il passaggio a Sito di interesse regionale (Sir) che avrebbe potuto alleggerire le maglie della burocrazia ma c’era di mezzo comunque la caratterizzazione dell’arenile dal Frigido al Lavello, lo studio dei possibili contaminanti ancora presenti in contraddittorio con Arpat a cui far seguire una richiesta di restituzione agli usi legittimi suffragata da un’analisi di rischio.
Per fare tutto il Comune ha speso circa 100mila euro di risorse da bilancio già nel 2021. Quindi il confronto con gli enti per arrivare alla chiusura della Conferenza dei servizi nei giorni scorsi e il decreto della Regione che adotta la conclusione positiva della stessa con i pareri degli enti competenti con l’aggiornamento dell’analisi di rischio sugli arenili con alcune prescrizioni, in particolare inserendo nel monitoraggio il tetracloroetilene: non sono ammissibili livelli di contaminazione nei terreni o nelle acque superiori alle concentrazioni massime riscontrate.