
"Niente varianti per Sogegross". I grossisti assediano il consiglio
Hanno ‘blindato’ palazzo civico circondandolo con i mezzi che usano per lavoro e trasporti. Poi, armati di tanta pazienza, hanno aspettato l’apertura delle porte del consiglio comunale dove sono entrati ‘armati’ di idee e cartelli, per difendere il proprio posto di lavoro e le famiglie. Non ci stanno i grossisti, non solo di Massa ma dell’intero territorio apuoversiliese, a rimane schiacciati dalla variante Sogegross, la cui approvazione era ieri sera all’ordine del consiglio. Un centinaio di persone, imprenditori, lavoratori e famiglie anche con bambini al seguito hanno deciso di dirlo a gran voce, di farsi sentire dall’amministrazione e dal sindaco Francesco Persiani con una protesta pacifica ma decisa.
Alle 18.30 hanno occupato l’intera platea destinata al pubblico dell’aula consiliare con alcuni manifesti che danno l’idea, lampante, di quello che per loro rappresenta un nemico troppo grande da affrontare: un colosso del commercio all’ingrosso che vuole insediarsi in zona industriale, nel lotto ex Dalmine rimasto libero all’incrocio fra via Dorsale e via degli Oliveti. I loro cartelli parlavano chiaro: più tempo, una variante ad personam, Massa non va svenduta, con Sogegross 300 apuoversiliesi a rischio lavoro, noi combattiamo per il nostro lavoro. E infine anche un messaggio lampante al Comune di Massa che sul mercato dell’ingrosso in qualche modo ci lavora tramite la partecipata Evam: "Acqua Fonteviva vendetevela da soli".
Perché se guerra commerciale deve essere, i grossisti ci sono e sanno come funziona il mercato. Anche per il Comune. Il consiglio inizia con gli ordini del giorno più agevoli, il Pabe della Brugiana e la convenzione urbanistica per la realizzazione di due capannoni industriali in via Bordigona, uno destinato a officina meccanica per mezzi pesanti e uno per imballaggi e confezioni, per un totale di circa 20-25 nuovi occupati. Il Pabe della Brugiana fila via liscio, con una piccola polemica sulla comunicazione ‘social’ del sindaco sull’ipotesi di un teatro all’aperto nella cava abbandonata. Su 31 presenti, si astengono FdI e Noi Moderati, contraria Daniela Bennati del Polo Progressista, tutti gli altri a favore compreso il centrosinistra.
Tutti a favore dei capannoni in zona industriale per via Bordigona e l’intervento di Dina Dell’Ertole strappa applausi a scena aperta dal pubblico: "Si va a fare quello che si può fare con gli strumenti urbanistici per quella zona, non si stravolge nulla. A buon intenditor poche parole". Poi si entra nel vivo della variante Sogegross per il commercio all’ingrosso e parte subito la protesta dal pubblico con tanto di fischietti e il presidente del consiglio, Agostino Incoronato, prova a tenere sotto controllo la situazione, minacciando anche di chiudere il consiglio.
Ma la protesta monta. Il consigliere Lunardini legge l’esito favorevole del voto in commissione con l’ok di Lunardini, Badiali, Giusti, Frugoli, Carmassi, Casotti e Camera. Fischi. Contrari i consiglieri di opposizione. Applausi. L’assessora Rossetti inizia a leggere la pratica e quando arriva al numero previsto di assunzioni si scatena il caos dal pubblico: "Ci fate chiudere", "A Pisa 5mila metri quadrati 16 persone", "Ridicoli", "La Fonteviva ora ve la comprano loro". Urla e fischi. Incoronato prova a riprendere le redini del consiglio minacciando l’intervento dei vigili urbani. Si riparte. Ma i malumori non si placano anche se l’amministrazione sembra intenzionata ad andare dritta verso l’approvazione di un progetto che sta mettendo sulle barricate tutti i grossisti del territorio, con i loro lavoratori e le famiglie.