Riportare le ninfee al Lago di Porta potrebbe essere anche un’iniziativa lodevole, ma quando si parla di ambiente tutto deve essere fatto seguendo le regole perché il rischio è quello di creare un nuovo problema. IN questi giorni sui social girava un post, con foto, in cui si annunciava il tentativo di riportare delle ninfee nell’area umida del Lago di Porta. Ritrovare il post sui social è impresa ardua, forse pure cancellato. Ma il messaggio è arrivato anche alle istituzioni e in particolare al Comune di Montignoso e ad alcune associazioni ambientaliste che, in un messaggio congiunto, evidenziano rischi e criticità legate a questa iniziative: "Sono specie protette a rischio. E’ necessario un approccio scientifico alla biodiversità" scrivono, dopo aver ricevuto segnalazioni sulla piantumazione di ninfee al Lago di Porta, presumibilmente al chiaro di Bregoscia. "Dalle foto che abbiamo visto le ninfee sono state estirpate con i rizomi, probabilmente dal colatore sinistro del fiume Versilia, uno degli ultimi canali ad ospitare tali specie. Peccato che le ninfee, sia la bianca che la gialla siano specie protette dalla Regione, per le quali ‘è espressamente vietato il danneggiamento, l’estirpazione, la distruzione e la raccolta’ – scrivono ancora -. Nel colatore sinistro sono presenti anche cultivar ossia varietà coltivate di ninfea, colorate, che non andrebbero assolutamente diffuse e che, senza fiori, sono difficilmente distinguibili dalla ninfea bianca. Chi assicura che non siano state raccolte le cultivar colorate? Crediamo che quando ci si approccia alla tematiche biodiversità e reintroduzione di specie – concludono - lo si debba fare con tutte le conoscenze scientifiche avendo ben presente la normativa sulla protezione delle specie".
CronacaNinfee protette. Allarme social