MARIA NUDI
Cronaca

Noi, suore di clausura. "Ecco come viviamo"

Alla scoperta della Pieve di Offiano, a Casola in Lunigiana

La giornalista affacciata alla finestra mentre dialoga con una suora

Massa, 20 novembre 2016 - SUL CAMPANELLO, Monastero Passioniste: siamo alla Pieve di Offiano, nel comune di Casola. Intorno silenzio, vicino al convento la chiesa di San Pietro, dove il parroco don Daniele a settimane alterne celebra la messa. Siamo andati a conoscere il mondo delle suore di clausura.

Non avete Internet: come comunicate?

«Con il telefono, con le lettere anche se non teniamo corrispondenza fissa e facendoci visita. Visite, però, non frequenti e per non più di un’ora – spiega madre Michela, presidente della Comunità mentre la Superiora è la Madonna Addolorata – . Nell’ottica della nostra vita che, per volontà di Dio, ha il compito di operare nella Chiesa sul piano nettamente soprannaturale, la comunicazione con il mondo viene ad essere accessoria ed occasionale: se così non fosse finirebbe la nostra specifica vocazione ed assumeremmo compiti che sono già o dei sacerdoti o dei religiosi e delle religiose di vita attiva o dei buoni laici impegnati. Le persone “nel mondo” sarebbero private di un tipo di presenza che Dio ha voluto come “segnaletica” verso il cielo».

Cosa vorreste dire al mondo?

«Di avere Fede. Cerchiamo prima di tutto il Regno di Dio in noi, cioè Lui e la Sua volontà: sforziamoci di compiere ciò che Lui ci ha comandato e chiesto e ci chiede mettendolo al di sopra di tutti i nostri criteri ed il resto ci verrà in sovrappiù».

Dal Convento delle Passioniste il messaggio è quello della speranza.