Non c’è pace per il torrente Carrione. Bisogna rimettere mano agli argini

Le difese che sono state realizzate poco più di 10 anni fa non garantirebbero la sicurezza necessaria. Già stanziate le risorse di 3,5 milioni di euro provenienti dal Fondo sviluppo e coesione 2021-2027.

Non c’è pace per il torrente Carrione. Bisogna rimettere mano agli argini

Al via un progetto che rivede gli argini del torrente Carrione nella zona Fossa dei Leoni per migliorare la sicurezza

Bisogna rimettere le mani alle difese arginali realizzate lungo il Carrione appena poco più di 10 anni fa perché così come realizzate non garantiscono la sicurezza necessaria. Per questo nel 2021 la Regione aveva affidato alla società Aice Consulting il compito di elaborare la ‘Riprogettazione degli interventi del Lotto XIII’: il documento, già nella fase definitiva ed esecutiva, è stato approvato nei giorni scorsi ed è pronto ad andare in cantiere anche perché le risorse ci sono già. Si tratta dei 3,5 milioni di euro provenienti dal Fondo sviluppo e coesione 2021-2027, oggetto di apposito accordo di coesione fra Regione e Governo recepito dal Cipess e finanziato.

Partiamo dall’evidenza: le indagini effettuate a partire dal 2016 lungo il Carrione sulle opere realizzate per la difesa spondale hanno dimostrato che le stesse non erano adeguate e presentavano diverse criticità, anche alla luce delle nuove normative. Il punto più a rischio sarebbe in particolare il tratto tra le sezioni 72 e 74 in sinistra idraulica, alla ‘Fossa dei Leoni’. Criticità non sanabili perché gli interventi proposti mettono in chiaro che bisogna realizzare nuove opere. In particolare si prevede la demolizione del muro di sopralzo e la realizzazione in quel tratto di un nuovo muro arginale su fondazioni profonde, arretrato rispetto all’esistente per garantire il necessario giunto dalle strutture esistenti ossia le pile del ponte che passa sopra il fiume, mentre adesso muri arginali e piloni del ponte sono addossati. "Nel tratto 73 e 74 si prevede la sottofondazione del muro esistente con nuovi micropali. Sia i micropali del tratto tra le sezioni 72-73, che quelli nel tratto tra le sezioni 73-74, sono stati dimensionati anche per le sollecitazioni flessionali che potrebbero verificarsi in caso di rotazione degli argini e dilavamento dei terreni. Del resto – scrivono i progettisti - in questo tratto le opere arginali sono state realizzate in corrispondenza di quello che molto probabilmente un tempo era l’alveo attivo del fiume, poi tombato per creare nuovi piazzali per le attività produttive. Per evitare fenomeni di sifonamento, si prevede l’inserimento di una barriera impermeabile realizzata con trattamento di jet-grouting".

Secondo il progetto, l’area della Fossa in passato è stata invasa dall’acqua non solo perché passava sopra gli argini ma anche perché la stessa usciva a monte dalle sezioni inadeguate, per essere convogliate lungo il Viale Rosselli per poi riversarsi nella parte della "Fossa dei Leoni". Infatti, rimarcano ancora, la sicurezza contro le piene duecentennali si potrà ottenere solo quando saranno risolti i problemi anche a monte, fra sezioni idrauliche insufficienti, ponti e altro ancora.

Francesco Scolaro