REDAZIONE MASSA CARRARA

Non esiste marmo impossibile con Robotor Massari e Tincolini relatori con Elon Musk

I due fondatori dell’azienda di lavorazione tecnologica chiamati alla Italian tech week di Torinio a parlare del futuro della scultura

Migration

Da Torano fino ai più importanti palcoscenici mondiali. La tecnologia del futuro nasce sui monti di Carrara. Oggi e domani tra i protagonisti della Italian tech week di Torino, la più grande conferenza italiana sulla tecnologia, ci sarà anche l’azienda tutta carrarese Robotor. Per l’occasione i due fondatori, Giacomo Massari e Filippo Tincolini, sono stati chiamati per fare un intervento dal titolo ‘The future of sculpture is a robot’ in un cartellone di ospiti internazionali che vedrà anche il ceo, tra gli altri, di Tesla e SpaceX Elon Musk. Per i due imprenditori apuani si tratta di un importante riconoscimento al lavoro di anni che li ha portati a creare prima Torart, laboratorio di scultura basato sulle tecniche digitali, scelto da artisti di fama mondiale e, successivamente, Robotor nato dall’idea di delegare a una intelligenza artificiale il compito di gestire le fasi di lavorazione del robot.

"Il nostro obiettivo – spiega Giacomo Massari – è andare. Non vogliamo dare limiti all’artista e rendere fattibile, grazie alla tecnologia, quello che sembra impossibile realizzare ma, andare oltre, anche per rendere accessibile a tutti le nostre soluzioni". Durante il loro intervento Massari e Tincolini ripercorreranno l’evoluzione della scultura dai laboratori pieni di polvere e rumore al laboratorio con i robot dove gli artigiani possono concentrarsi sulla finitura delle opere. Grande protagonista sarà la realizzazione nei laboratori carraresi della replica dell’arco di Palmira distrutto dall’Isis, un’opera resa possibile dalla tecnologia di Robotor messa a disposizione di Harvard University, Oxford University e Dubai Future Foundation. "L’esempio di Palmira – spiegano dall’azienda – vuole essere anche la risposta alle polemiche nate a seguito dell’articolo dedicato dal New York Times a Robotor. Ai tempi di Michelangelo erano gli artigiani a realizzare l’opera, oggi i robot consentono all’artista di andare oltre e rendere possibile l’impossibile, consentirgli di inseguire nuove sfide non certo sostituirsi a lui. Il robot scultore è realtà, il robot artista non esisterà mai". Se, d’altro canto, i robot per la scultura sono realtà ormai da anni, con Robotor si compie un passo successivo grazie soprattutto a un software che permette la lavorazione autonoma a partire da un file 3D. "Si tratta – spiegano dall’azienda apuana – di una soluzione tecnologica composta da un braccio meccanico gestito da un software avanzato che, grazie ad un algoritmo ingegnerizzato dal team di Robotor permette di occuparsi di tutte le fasi di lavorazione".