ANDREA LUPARIA
Cronaca

Il Nuovo Pignone vuole ridurre i costi: in ballo 305 posti, ma a Massa solo 10

Il sindacato attende notizie più precise. Leorin (Uilm) preoccupato per Avenza

Manifestazione dei dipendenti dell’indotto all’ingresso del Nuovo Pignone a Massa (foto d’archivio)

Massa, 30 settembre 2018 - Nubi in vista sul Nuovo Pignone. Ma non è chiaro se a Massa pioveranno quattro gocce, oppure ci sarà una tempesta. Molto dipende dalle scelte che saranno fatte negli Usa dai dirigenti della GE. Ma vediamo i fatti. Lo scorso 17 settembre la direzione di BHGE - Nuovo Pignone ha avviato la procedura di mobilità collettiva (parliamo di licenziamenti, per capirci). La procedura riguarda tutti gli stabilimento della multinazionale per un totale di 305 lavoratori divisi tra le tre società: Nuovo Pignone srl (125 unità), Nuovo Pignone International srl (91 unità) e Nuovo Pignone Teconologie srl (89 unità). Venerdì scorso a Firenze c’è stato un primo incontro. Informalmente i sindacati hanno saputo che a Massa «in ballo» ci sarebbe solo una decina di posti.

NULLA di drammatico, se pensiamo che nella fabbrica lavorano in 315 tra operai, impiegati, tecnici e dirigenti, più centinaia di persone dell’indotto. Ma l’allarme è comunque suonato. Come vuole la procedura, Fim, Fiom e Uilm hanno già comunicato alla direzione «la disponibilità ad aprire un confronto per un accordo in cui i criteri di licenziamento siano volontari e pensionabili. E chiediamo un saldo occupazionale positivo sulle uscite dei lavoratori pensionabili attingendo agli interinali presenti in azienda e ai contratti a termine». La partita per adesso ha solo sfiorato i sindacalisti della nostra provincia. Ad incontrare i dirigenti GE sono stati i vertici nazionali di Fim, Fiom e Uil, che hanno poi informato i loro colleghi. Giancarlo Leorin, segretario Uilm, è cauto ma determinato. «Per ora le notizie ufficiali sono poche. I numeri non sono certi, anche se Massa sembra essere parzialmente al riparo. Ci saranno nuovi incontri e cercheremo di capire. Ma siamo preoccupati. Ricordiamoci sempre che lo stabilimento di Massa lavora e produce ma potrebbero esserci territori e stati disposti ad offrire di più alla GE, sia in termini di spazio che di costo del lavoro». Detto questo, Leorin ricorda che da tempo GE ha avviato un processo di riorganizzazione per abbassare i costi e aumentare la redditività degli impianti. E c’è anche un problema di spazi.

«Lo stabilimento di Massa è cresciuto perchè quello di Firenze non poteva ampliarsi – sintetizza il dirigente Uilm – . In futuro temiano problemi grossi per la struttura di Avenza. A Piombino stanno facendo una banchina secondo le indicazioni dell’azienda ed è un grosso investimento. In futuro potrebbero portare in quel sito quello che ora mandano ad Avenza. Teniamo conto che ad Avenza il Pignone non ha dipendenti diretti. E’ tutto appalto. Non ci vuole molto a spostarlo».