
Il bilancio a un mese dalla tanto attesa riapertura del Parco Didattico Wwf dei Ronchi a Marina di Massa – dopo che una pianta di alto fusto era caduta nel mese di giugno nel 2021 – è più che positivo. A sottolinearlo, tracciando un bilancio dei lavori svolti e delle attività avviate e in corso, è Gianluca Giannelli del centro di recupero di animali selvatici e guardia giurata del Wwf.
"Abbiamo molte richieste da parte di scolaresche che vogliono venire in visita per conoscere i nostri progetti. In questi giorni ne abbiamo già ricevute alcune, altre si stanno ancora iscrivento. Ma, ecco, siamo ripartiti a pieno regime e di questo sono estremamente soddisfatto. L’educazione ambientale è importante ed è proprio nell’ottica di diffonderla al meglio che sono stati fatti, grazie al supporto e al contributo del Comune, importanti lavoro per una perfetta fruizione del parco. Oltre ai necessari interventi di pulizia, sono state effettuate molte migliorie come potature all’interno del centro. Sono state liberate molte aree da potenziali situazioni di pericolo e sistemate con percorsi del tutto nuove, mostre e pannelli. Stiamo ristrutturando parte dell’area di primo soccorso per le tartarughe marine e anzi ne abbiamo appena recuperata una sulla nostra costa – circa un miglio al largo tra Ronchi e Poveromo – Qui c’è grande passaggio di tartarughe marine, siamo stati noi a scoprire la nidificazione sui lidi toscani nel 2013 abbiamo scoperto che nidificano qui in Toscana. Tante attività di monitoraggio, finché lo scorso anno a fine giugno abbiamo scoperto che tentavano di nidificare anche in Versilia. Così è nato un altro progetto coordinato da Ministero dell’ambiente e Vwwf che ha esteso il monitoraggio fino a Carrrara".
"I ragazzi inoltre potranno posizionarsi in speciali postazioni che mostreranno video e documentari sulle nostre attività, così da veicolarle al meglio". Giannelli ha poi illustrato un progetto la cui attivazione è in collaborazione con l’università di Pisa. "Riguarda le tartarughe acquatiche, che verranno studiate per un censimento. Il nostro è il primo centro a livello regionale per lo studio delle tartarughe americane, quelle ’esotiche’. Dovranno confluire qui, sia quelle di proprietà che quelle catturate in ambiente naturale. Il motivo? Nel tempo ne sono state importate a migliaia e liberate nell’ambiente. Fanno però incetta della microfauna, entrando in competizione (dall’alto dei loro anche 30 centimetri di grandezza) con le ’nostre’ tartarughe palustri europee (che restano sui 10 centimetri e sono molto miti). Siamo fieri del nostro operato, visto che dal 1996 abbiamo salvato 17mila animali e piantato 10mila piante".