FRANCESCO SCOLARO
Cronaca

Odissea ‘avvelenata’. Una nuova proroga per la bonifica dell’area industriale

Ancora tutto fermo 36 anni dopo la nube tossica della Farmoplant. Il Ministero allunga di altri 12 mesi l’apertura dell’appalto di Sogesid.

Odissea ‘avvelenata’. Una nuova proroga per la bonifica dell’area industriale

Odissea ‘avvelenata’. Una nuova proroga per la bonifica dell’area industriale

Un altro giro di lancette, un calendario sfogliato e un anno di attesa che se ne è andato senza la prima ‘pietra’, almeno simbolica, per l’opera di bonifica della falda di Massa e Carrara. Le imprese della chimica pesante non ci sono più: chiuse e smantellate da decenni. E’ sparita con loro anche la Farmoplant, simbolo di un’epoca che dovevamo lasciarci alle spalle. Ma i ricordi ci sono ancora tutti: l’incendio, la nube nera che si alza in cielo carica di contaminanti, la paura e la fuga. Chi ha vissuto quegli anni non dimentica. Era il 17 luglio del 1988: 36 anni fa. E anche i veleni sono ancora lì, alcuni nella terra, moltissimi nelle acque sotterranee come dimostrano le analisi effettuate per conto di Sogesid, società in house del Ministero dell’ambiente. Anzi, sono passati così tanti anni che hanno avuto persino il tempo di trasformarsi in altri veleni, degradate nel tempo come sostanze, hanno altri nomi ma gli effetti… Beh, mica tanto.

La Zona industriale apuana è un raro caso di concentrazione di gravità dove il tempo si curva quasi fino a diventare circolare e ricomincia ogni anno il solito conto alla rovescia che sembra non esaurirsi mai, dove il passato sembra non lasciare spazio al futuro. E così, a pochi giorni dall’anniversario dello scoppio della Farmoplant, da Roma arriva un’altra proroga all’inizio dei lavori per la bonifica della falda sotto all’area Sin di Massa e Carrara. Un progetto presentato ormai a giugno nel 2022 e che proprio per quei ritardi aveva perso i finanziamenti del Fondo di sviluppo e coesione: erano stati stanziati 21 milioni di euro.

Sarebbe dovuto partire prima di giugno 2023. Del finanziamento per le quattro barriere idrauliche su ex Farmoplant, Rumianca, Italiana Coke e Ferroleghe, più un impianto di trattamento a doppio filtro, se ne fa carico la Regione Toscana e ci mette 12 milioni di euro: lo stesso progetto. Si firma un nuovo accordo con Sogesid e Ministero dell’ambiente per realizzare le opere e mettere a gara tutto. L’anno scorso, a maggio, il primo decreto del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica che prorogava di altri 12 mesi l’apertura dei cantieri. Sogesid apre il bando a dicembre, nelle scorse settimane arriva anche una prima aggiudicazione rispetto alle quattro aziende rimaste in gara, ossia Rti fra A.C.R. di Reggiani Albertino e Mosaico Tecnologie Ambiente e Industrie; Rti fra Atp, Htr Bonifiche ed Ecofast Sistema, Infratech Consorzio Stabile Scarl, ed Rti fra Reale – Consorzio Stabile e Alak, ma il nome del vincitore non si svela.

La progettazione esecutiva dovrebbe essere pronta in circa 5 mesi, altri 16 di lavori, 3 per l’avviamento, 6 per il collaudo. Non si sa se ci saranno i soldi per il monitoraggio di 4 anni, forse no. Ora un’altra proroga, firmata dal direttore generale all’economia circolare e bonifiche del Ministero dell’ambiente, Luca Proietti. La Regione, il 18 giugno, comunica che l’appalto di Sogesid richiede tempo per le verifiche, più di quanto previsto: serve un’altra proroga di 12 mesi per l’avvio dei lavori. E si riparte da qua.