Massa, 23 settembre 2024 –
Sul tavolo del notaio sarebbero arrivate due buste di aziende interessate ad acquisire il gruppo Sanac. Il condizionale è d’obbligo perché i dettagli con tutta probabilità si conosceranno soltanto questa settimana, compresi i nomi degli acquirenti, ma anche dai sindacati arrivano notizie confortanti sul fatto che l’ultima asta per le manifestazioni di interesse, che si è chiusa il 20 settembre, non sarebbe andata deserta.L’avviso era stato pubblicato ad agosto dai commissari straordinari dell’azienda che produce refrattari negli stabilimenti di Vado Ligure, Massa, Grogastu e Gattinara, tutti in vendita nello stesso pacchetto. Un’asta che si concludeva in simultanea con quella della vendita dell’ex Ilva di Taranto ed è anche questo aspetto che va tenuto sotto controllo perché per il grande polo siderurgico italiano ci sarebbero addirittura una quindicina di offerte, provenienti da colossi nazionali e internazionali, ma non tutte a quanto pare potrebbero acquisire tutto il pacchetto ex Ilva: il rischio, in questo caso, è che ci sia un interessamento allo spacchettamento dei vari asset industriali con il pericolo di andare poi a smembrare quella che ha rappresentato la principale filiera italiana dell’acciaio, con non pochi rischi per l’occupazione. Per l’ex Ilva i nomi che circolano sono gli ucraini di Metinvest, i canadesi di Stelco, gli indiani di Vulcan Green Steel, i giapponesi di Nippon Steel, il gruppo italiano Arvedi ma tanti altri ne circolano in queste ore, dalla Cina alla Turchia passando per la Svizzera. Tutto da verificare e valutare.
E per la Sanac c’è da capire se ci sia un’offerta ‘corrispondente’, ossia di una società interessata ad acquisire sia l’ex Ilva sia il gruppo che produce refrattari, perché si potrebbe intravedere un’uscita unica con il ritorno all’interno del perimetro industriale ex Ilva. Ma per ora si tratta in gran parte di congetture perché nessun nome è confermato e al tempo stesso bisogna ricordare che si tratta comunque di due aste distinte e al tempo stesso di una manifestazione di interesse che non è detto che si traduca in un’offerta vincolante vera e propria. La strada da percorrere è ancora lunga. Basta ricordare quanto accaduto con l’asta di gennaio, quando era arrivata un’offerta interessante dal gruppo Afv Beltrame che, però, non era andata in porto. Le offerte saranno inviate al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per le valutazioni del caso e capire se si potranno aprire le fasi successive della procedura, compresa quella importantissima della due diligence.