REDAZIONE MASSA CARRARA

Oggi si ricorda la strage di Vinca I nazifascisti trucidarono 174 civili Cerimonia al monumento ai caduti

Fivizzano, 79 anni fa il massacro ordito dal maggiore SS Walter Reder, 5 giorni dopo quello di San Terenzo. Il ricordo di quegli attimi nel diario di padre Delle Piane: "Gli assassini quanti ne trovavano, tanti ne uccidevano".

Oggi si ricorda la strage di Vinca I nazifascisti trucidarono 174 civili Cerimonia al monumento ai caduti

Oggi ricorre il 79° anniversario dell’Eccidio di Vinca, pianificato nei confronti della popolazione indifesa dal maggiore delle SS Walter Reder, che riteneva nell’omonima vallata, nel paese, si trovasse il quartier generale della Divisione partigiana Lunense. A seguito della strage di San Terenzo, avvenuta solo 5 giorni prima, decise così di fare terra bruciata in ogni villaggio sulle pendici delle Apuane. La strage durò dal 24 al 27 agosto e comportò 174 vittime, la maggior parte donne, vecchi e bambini.

Questo il programma delle celebrazioni di oggi: ora 9 a Gragnola deposizione di corona al Monumento ai Caduti; ore 9,50: ritrovo in piazza a Vinca con sindaco e autorità; ore 10: S. Messa presso il cimitero con deposizione di corona alle vittime; ore 11: orazione ufficiale di Antonio Mazzeo presidente del Consiglio della Regione Toscana; ore 11,30 visita al monumento del Mandrione con deposizione di corona d’alloro alle vittime.

In poche ore, dopo l’eccidio di San Terenzo-Bardine, il 24 agosto, il 16esimo Reparto Esplorante, l’Occhio della 16^ Divisione SS Reichfhurer – come amava definirlo il maggiore nazista – rinforzato da oltre un centinaio di uomini delle Brigate Nere di Carrara, diresse la propria forza distruttrice sugli abitati a sinistra dell’Aulella.

A essere colpiti furono i paesi di Viano, Vezzanello, Lorano, Terma, Gallogna, Corsano, Marciaso, Pulica, Monzone, Cecina, Vinca, Equi, Campiglione, Posterla, Maglietola, Colla vennero ridotti ad un ammasso di rovine fumanti. E nel contempo anche il borgo di Gragnola venne seriamente danneggiato. A Monzone, i nazifascisti presi a cannonate chiesa e campanile, entrati in sacrestia, si divertirono a indossare i paramenti sacri dei sacerdoti.

Ma il peggio toccò al borgo di Vinca. Mentre la 1^ compagnia del tenente Segebrecht doveva irrompere nell’abitato, la 2^ compagnia e la 5^ dovevano chiudere le vie di fuga sotto i monti Grondilice e Pizzo d’Uccello, nel contempo il Battaglione dei Cacciatori di Montagna veniva dislocato a chiudere la valle fra il monte Borla e il Sagro. In basso al Ponte di Monzone l’unica strada carrozzabile era presidiata da plotoni della 5^ Cp. E alla Rocca di Tenerano lo sbarramento era affidato al 16esimo Reparto della Flack. Ogni possibilità di mettersi in salvo era vanificata e nulla era stato lasciato al caso: tutte le persone presenti in quel perimetro dovevano essere eliminate. "Gli assassini quanti ne trovavano, tanti ne uccidevano – scriveva nel suo diario Padre Lino Delle Piane del Convento di Soliera – Mi è stato possibile recarmi a Vinca il giorno 28: i superstiti erano ancora terrorizzati,nascosti nei boschi. Ovunque temevano di vedere i tedeschi. Nell’impossibilità d’essere seppelliti, i morti di Vinca, sono stati bruciati".

Roberto Oligeri