
Un altro fallimento e un’altra asta che finisce in fumo, mettendo a rischio altre decine di posti di lavoro a Massa Carrara, oltre che a Firenze e Pescara. Sembra la storia di Sanac che si ripete ed è invece un’altra crisi economica che affligge la provincia apuana lasciando con il fiato sospeso tante altre famiglie. Stavolta il settore è quello metalmeccanico e l’azienda finita nel vortice di un’asta fallimentare non andata a buon fine è la Oma, Officina Meccanica Angelucci, impresa che opera a Massa soprattutto nell’indotto del Nuovo Pignone. Un’azienda con tre sedi fra Massa Carrara, Firenze e Pescara, che conta 241 dipendenti in tutto di cui circa una sessantina solo nella provincia apuana. Fallita nel 2019, sembrava aver trovato la via di fuga e di salvezza attraverso l’acquisizione promessa da Cividac, gruppo attivo nel settore delle costruzioni industriali risultato aggiudicatario temporaneo di Oma, Officina Meccanica Angelucci. Tuttavia qualcosa nella procedura proposta non aveva convinto i sindacati sin dall’inizio, come conferma il segretario Fiom Cgil Massa Carrara, Umberto Faita: il passaggio a una ‘new co’ di tutti i lavoratori, attraverso una doppia procedura abbastanza fumosa, aveva fatto alzare il livello di guardia. E alla fine tutte le paure si sono concretizzate poche ore fa quando Cividac non ha proceduto a versare, dopo la caparra, l’importo rimanente per concludere l’operazione di acquisizione dal fallimento dell’azienda di carpenteria metallica e manutenzione di impianti industriali.
"Avevano presentato un’offerta vincolante di 4 milioni – sottolinea Faita – con una caparra da 400mila euro. Poi non hanno concluso l’acquisizione e adesso si aprono scenari tutti da valutare. La situazione è complessa perché ad oggi i lavoratori sono stati quasi sempre occupati. L’azienda ha continuato a lavorare ma l’esercizio provvisorio scade il 5 aprile 2022 con la cassa integrazione prorogata al 24 dicembre e queste sono scadenze che vanno rispettate. La situazione è incerta e l’unica azienda che si era mostrata interessata si è tirata indietro: peraltro dovrebbe farsi carico pure della differenza di acquisizione con la futura asta, perdendo centinaia di migliaia di euro". La speranza dei lavoratori e dei sindacati è che ora si riesca a trovare un altro acquirente entro aprile "che si faccia carico della ripartenza di tutte le sedi territoriali" precisa la Cgil che intanto ha chiesto sulla vicenda "l’aggiornamento del tavolo dell’unità di crisi in Regione Toscana e un incontro urgente con Cividac. Stiamo parlando di lavoratori con competenze e professionalità importanti – conclude Faita – con anni di esperienza e difficili da trovare. Speriamo venga garantita la continuità occupazionale e che stavolta si presenti un acquirente credibile".
Francesco Scolaro