"Mi piace risolvere i problemi, non farli risolvere agli altri, e assumermi le relative responsabilità". La città omaggia il suo genio. Ieri consiglio comunale solenne al Garibaldi, gremito dalle scolaresche e dalle persone venute a testimoniare spontaneamente la grandezza del professionista e prima ancora dell’uomo, Ugo Boggi, cui è stata conferita all’unanimità la benemerenza civica in quanto "luminare di chirurgia addominale e punto di riferimento di chirurgia robotica e di trapianti del pancreas, del fegato e del rene a livello mondiale" come ha detto Cristiano Bottici, presidente del consiglio comunale, che ha anche ricordato come Boggi sia figlio di una famiglia conosciutissima in città: il compianto padre Luciano "pediatra con la P maiuscola", la madre Luisa Fregosi, conosciuta come Lulli Boggi, insegnante di inglese al liceo scientifico Marconi. Insieme a Boggi erano sul palco la sindaca Serena Arrighi, Stefano Antonelli primario di anestesia e rianimazione dell’Opa, Luca Fialdini presidente dell’Ordine provinciale degli infermieri, e Nicola Baruffi presidente Avis Massa Carrara, tutti testimonial dell’importanza della donazione di organi, di sangue, ma più in generale del concetto di dono di se stessi, del proprio tempo, cardine della medicina.
"La disponibilità è uno dei requisiti fondamentali del medico, insieme alla competenza e alla capacità - ha detto ancora Boggi - se non si è disponibili verso il prossimo la medicina non è il settore ideale". Il trapianto d’organo, ha ricordato il chirurgo, è l’unica terapia che non può essere effettuata se non c’è la disponibilità di qualcuno. Per quanto riguarda invece la donazione di sangue, Baruffi dell’Avis ha dato i dati cittadini: 2mila donatori, 3mila sacche l’anno.
"Il sangue non si fabbrica, è necessario donarlo, se non avessimo sangue l’ospedale si fermerebbe", ha detto ancora Boggi. Mentre Antonelli ha parlato delle procedure Ecmo, che consentono, quando non ci sono più armi per curare una persona, di curare i suoi organi, in modo da poterli donare. Infine Fialdini si è rivolto ai ragazzi della sala: "Fra di voi vedo tanti futuri professor Boggi, ma anche tanti futuri infermieri".
Un ex professore del liceo scientifico si è poi alzato dal pubblico per testimoniare di avere donato un rene al figlio e di essere ancora in perfetta salute a 93 anni. A testimonianza delle doti mediche di Boggi, tra il pubblico c’è stato poi chi, come Pasqualino Mazzeo, insegnante di scienze motorie all’Itis, ha volontariamente raccontato la straordinaria vicenda della madre: "Nel 2016 aveva un tumore al colon con metastasi al fegato, zero speranze di vita. Il professor Boggi l’ha operata, 9 ore di intervento. Oggi ha 86 anni, non le sono nemmeno caduti i capelli per la chemio. In tutto questo non ho pagato neanche un euro, e io per mia madre avrei dato tutto quello che avevo".