Montignoso (Massa Carrara), 18 febbraio 2025 – «Oddio Alberto che hai fatto, ha in mano la pistola...» ha urlato il fratello Giampaolo mentre allertava i vicini di via Osteriaccia, frazione di Montignoso. La coppia nel letto della villetta con giardino a due passi dalla Casa della Salute dell’Asl, l’auto Golf bianca parcheggiata sotto la veranda. Da quanto emerge dalle prime indagini dei carabinieri l’uomo, Alberto Maghelli di 85 anni, molto conosciuto nel paese per il suo impegno con il gruppo folkloristico della Pefana, avrebbe sparato alla moglie, Tilde Buffoni, 83 anni, con una pistola, poi si sarebbe tolto la vita dirigendo l’arma contro di sé.

A scoprire la coppia sdraiata nel letto della loro abitazione, il fratello, residente al piano di sotto, insospettito dal fatto che la coppia non avesse preso il pane che era stato lasciato nel secchiello della carrucola che lo stesso Maghelli aveva fatto installare per evitare alla moglie di fare movimenti inutili. I vicini sono stati allertati dalle urla del fratello, corso fuori dall’abitazione. Sul posto sono arrivati immediatamente i carabinieri, che hanno iniziato le indagini per comprendere le cause del gesto estremo. Come prima ipotesi, ancora al vaglio delle forze dell’ordine, pare che i due soffrissero di problemi di salute, ma non avevano mai dato segnali preoccupanti. Le salme sono a disposizione dell’autorità giudiziaria, con il magistrato di turno Giulia Giancola.
Sul posto anche il sindaco di Montignoso, Gianni Lorenzetti, l’assessore Giulio Francesconi e Alfio Poggi, molto conosciuto per il suo impegno con la Pefana: «Un grande dolore – racconta Poggi mentre esce dall’ingresso dell’abitazione di via Osteriaccia –, non so cosa dire». «Era un capobanda – racconta Domenico Della Bona detto Sagrame’–. Lo conosco da ragazzo. Siamo cresciuti insieme. Sempre con la Pefana, ma non ultimamente perché aveva difficoltà respiratorie. La moglie non stava bene ultimamente. Ce n’erano pochi come lui: cantava, giocava, era un artista. Erano una bella coppia, non litigavano mai».
Accorsa anche la figlia, allertata dal fratello di lui. L’altro figlio ha saputo la notizia quando era ancora a Milano. L’uomo, per tutti il professor Maghelli, era una persona molto ironica, un passato nella scuola e un presente al servizio della comunità, con la sua passione per le storie locali e la Pefana, vera tradizione montignosina.
Tra pochi giorni sarebbe uscito un libro da lui scritto sul passato del paese, arricchito da aneddoti di personaggi ormai scomparsi nel tempo. La moglie invece era stata per una vita nel mondo della sanità, come infermiera all’Opa.