
Ospedale in agonia a Fivizzano "Svuotato di servizi essenziali"
Reparti chiusi, altri depotenziati e ambulatori dove arrivano specialisti con il contagocce. All’ospedale di Fivizzano calano anche le prestazioni erogate, ci sono meno medici e le liste di attesa per una visita o un esame sono interminabili. La conferma della crisi della sanità arriva dall’analisi impietosa del Comitato in difesa del diritto alla salute in Lunigiana, che esamina le poche luci e le molte ombre della gestione aziendale. "Il reparto di pneumologia è stato chiuso nel 2018 e, al momento del trasferimento al Noa, era previsto il mantenimento di un ambulatorio 6 giorni a settimana – scrive in una nota –. I giorni ambulatoriali purtroppo sono diventati solo 2 con una lunga serie di esami che non vengono più eseguiti a Fivizzano. Nel reparto di ortopedia al momento ruotano i medici del Noa per 2 soli giorni a settimana, con interventi di piccola entità. Doveva diventare il punto di riferimento per tutti gli interventi d’elezione, tra cui la protesi d’anca, per le quali veniva poi iniziato il percorso riabilitativo alla Don Gnocchi, ma nella realtà tutto questo non è mai avvenuto".
E questo è solo l’inizio della lunga indagine. Al capitolo chirurgia si scopre che a Fivizzano vengono eseguiti oggi solo piccoli interventi come cisti, nei, lipomi, unghie (nel 2022 circa 800) e in day surgery ernie inguinali, ombelicali, emorroidi (nel 2022 circa 400). Diversi altri interventi potrebbero essere eseguiti, per esempio le colecisti che non vengono più programmate per scelte aziendali. "Ciò non è più tollerabile – prosegue il Comitato dove si battono da anni persone come Maria Trivelli dell’associazione ‘Mamme di Fivizzano’ e Gabriele Mazzoni, uno dei promotori storici del sodalizio –. In sostanza l’area chirurgica, composta da chirurgia e ortopedia, non svolge più attività programmata ed elettiva con previsione di ricovero da attuare in una week surgery, come era stato previsto dai Patti Territoriali L’ospedale di Pontremoli invece mantiene l’operatività di chirurgia elettiva e di urgenza anche per quanto riguarda l’attività ortopedica. Situazione altrettanto preoccupante per radiologia, che non eroga più diversi esami strumentali quali mammografie mammarie istituzionali (vengono eseguite solo quelle da screening) servizio importante per cittadini del territorio lunigianese, ecografie anche per neonati, ecografie muscolotendinee (eseguite solo a Pontremoli con liste d’attesa di circa 5 mesi), gli ecodoppler TSA e arti inferiori. Alcune ecografie vengono eseguite, ma hanno liste d’attesa di 5 mesi circa. Gli RX hanno invece liste d’attesa di 20 giorni e le TAC di 45 mesi".
Viene segnalato anche il fatto ritenuto grave e inaccettabile che attualmente i residenti fuori provincia e fuori regione non possono più accedere alle prenotazioni per esami radiologici. Sono stati depotenziati inoltre anche gli ambulatori distrettuali: l’urologo che prima era presente tutte le settimane, attualmente viene 2 volte al mese, il neurologo (in precedenza tutte le settimane) ora ogni 15 giorni, l’ortopedico non è più presente, il ginecologo una volta al mese, l’ostetrica una volta a settimana con la conseguenza che le donne in gravidanza non possono più eseguire b-test, ecografie e curve da carico. Il dermatologo è presente una volta a settimana, il chirurgo tre volte, il dentista una volta a settimana, l’oculista due volte con liste di attesa di 5 mesi circa e il fisiatra una sola volta a settimana. Infine tre giorni a settimana anche per il medico pediatra.
" Non si tratta di ‘propaganda’ – conclude il Comitato –, ma di un vero e proprio ‘sfrenato depauperamento’ di servizi essenziali mentre i nostri rappresentanti politici stanno a guardare. Il Comitato, ci teniamo a dirlo, è un organo apolitico, ma alla politica chiediamo impegno e risultati che nonostante le manifestazioni e i tavoli di lavoro stentano ad arrivare".
Natalino Benacci