
L’organismo proseguirà gli studi con focus sulla filiera del lapideo, che comprende i comparti dell’escavazione, della lavorazione e della commercializzazione
Anche per l’anno in corso proseguiranno le attività dell’Osservatorio del marmo, il nuovo organismo voluto dall’amministrazione comunale in sinergia con Camera di commercio della Toscana Nord Ovest e il consorzio Zona industriale apuana. Dopo il test sperimentale dello scorso anno, la giunta su proposta della sindaca Serena Arrighi nei giorni scorsi ha rinnovato la firma per rendere operativo l’Osservatorio anche per il 2025. Si tratta di un organismo figlio dell’articolo 24, quello del regolamento sulla tracciabilità dei materiali lapidei estratti dai bacini marmiferi del Comune di Carrara. Il tutto prende le mosse dal Regolamento per la concessione degli agri marmiferi approvato dal consiglio comunale nel 2020. Dopo l’approvazione delle nuove tariffe sui valori medi di mercato del marmo, ritoccate proprio grazie al supporto dell’Osservatorio del marmo, l’organismo proseguirà gli studi con focus sull’intera filiera del lapideo, la quale comprende i comparti dell’escavazione, della lavorazione e della commercializzazione della pietra naturale più famosa al mondo, cercando di misurarne l’impatto diretto, indiretto e indotto sul tessuto economico sociale del territorio. Si passa quindi in pratica alla fase due del progetto, che avrà una durata di dodici mesi, eventualmente prorogabile di altri 12 mesi, in modo da stabilizzare le attività e la struttura dell’Osservatorio.
L’organismo potrà avvalersi dell’attività di soggetti appartenenti alla comunità scientifica in possesso di adeguate professionalità ed esperienze, in questo caso la Camera di commercio della Toscana Nord Ovest e il consorzio Zona industriale apuana. Tra le priorità dell’Osservatorio anche per l’anno in corso ci saranno la conoscenza approfondita della tematica della tracciabilità dei materiali da taglio estratti dai bacini estrattivi del Comune di Carrara, e i suoi impatti socio economici. Ma anche la conoscenza approfondita rispetto alla tematica dell’innovazione di processo e di prodotto collegata al mondo del lapideo.
Visto che tra l’altro con l’inizio dell’anno sono entrate in vigore le nuove tariffe a tonnellata, distinte a seconda del materiale. Il provvedimento riguarda le 80 cave attive e saranno in vigore fino alla fine del 2028. Ad eccezione dei beni estimati, che non pagano il canone, tutte le altre cave dovranno pagare in base alla percentuale di concessione più il contributo di estrazione, che pagano tutti nella misura del 10% del prezzo di vendita del valore medio della produzione.
Alessandra Poggi