ANNA PUCCI
Cronaca

Pablito, una bella persona Le estati al mare da babbo

Dal 1974, anno del suo arrivo ai Ronchi, fino alle ultime vacanze con la famiglia. Per 46 anni Rossi ha frequentato il Bagno Bemi, lasciando una marea di ricordi

di Anna Pucci

Lo ricordo tra le onde, in groppa a un gigantesco unicorno gonfiabile insieme alle figlie Maria Vittoria e Sofia Elena ancora piccole. C’erano poi le sfide al biliardino, in spiaggia: io a malapena so come funziona, ero spettatrice giusto perché ai miei figli piaceva giocare, ma anche lui spesso... perdeva, per la gioia dei più giovani che il clima di quel Mondiale del 1982 lo hanno conosciuto sui libri o nei racconti di chi c’era. Potevi incontrarlo seduto al bar del Bagno, disponibile con semplicità a due chiacchiere. Senza pose da star, non negava una foto a chiunque lo avvicinasse. Per 46 anni Paolo Rossi ha fatto parte della variegata – anche in termini di provenienza geografica – comunità estiva del Bemi.

Quando nel 1974, come molti pratesi, stabilì ai Ronchi il suo luogo del cuore per le vacanze, non era ancora il Pablito che ha segnato la storia del calcio. Era un ragazzo di talento di 18 anni che sognava di fare grandi cose col pallone, nonostante quelle importanti operazioni chirurgiche ai menischi già affrontate. Al Bemi c’era arrivato, se non ricordo male, per l’amicizia con Nicola Zanone – ex calciatore, biellese, da sempre cliente del Bagno – che oggi lo piange come un fratello.

Otto anni dopo, le grandi cose Pablito le aveva fatte. Ma qua, in riva al nostro mare che definiva un po’ la sua seconda casa, è stato e rimarrà assai più del campione a cui oggi il mondo rende omaggio. Era una gran bella persona, una presenza positiva, alla mano, il vicino di tenda con cui parlare del più e del meno, il babbo giocherellone, il marito affettuoso. "E’ un ambiente familiare e tranquillo, invoglia a starci. Un posto ideale per far crescere i figli", spiegava a chi chiedeva perché – lui che era ricercatissimo in posti assai più vip – fosse rimasto così legato al luogo di vacanza della sua gioventù. Al luogo e alle persone.

L’estate del 1982? Noi eravamo a rosolarci sulla sabbia, lui in Spagna tra gli azzurri di Bearzot. Di calcio poco so e poco mi interesso ma è forse proprio da persone come me che può venire la misura di chi sia un fuoriclasse. Quel 5 luglio, al solito, mi sentivo piuttosto indifferente all’appuntamento col pallone. Ero uscita in patìno. La radiocronaca dei primi due gol di Rossi al Brasile me la fecero i boati di giubilo che arrivavano dai ragazzi del Bagno. Poi neanche io ebbi più dubbi: si rientra, questa va vissuta. Avevo 18 anni, un bell’attimo che mi è rimasto. Ancora più bello perché nel tempo, grazie agli amici del Bemi, ho potuto apprezzare le doti umane di chi ce lo aveva regalato.

Rossi fu a Massa anche nei mesi successivi all’impresa, con un via vai di importanti fotografi e giornalisti che rigorosamente geolocalizzavano lo scatto o l’intervista in ’Versilia’ o ’Forte dei Marmi’. Invece Pablito era tra noi, ai Ronchi. Credo che qua sia rimasto, portando in seguito la famiglia, anche grazie al rispetto per la sfera privata che i titolari del bagno assicurano ai clienti. "Al Bemi lo ricorderemo come la persona che era, ben oltre il personaggio. Un grande abbraccio – mi scrivono in tanti – a Federica e alle bimbe".