"Paesi abbandonati". Mancano i parcheggi ma anche le fognature: "Rilancio impossibile"

La coordinatrice M5s Mencarelli accusa l’amministrazione comunale "Problema cronico ma non ci sono progetti o proposte per risolverlo. Marketing turistico a società specializzati ma non c’è visione d’insieme".

"Paesi abbandonati". Mancano i parcheggi ma anche le fognature: "Rilancio impossibile"

"Paesi abbandonati". Mancano i parcheggi ma anche le fognature: "Rilancio impossibile"

Nasce da una mancanza di visione del territorio e di interventi l’ordinanza che chiude al traffico e alla sosta via Alta Tambura nei fine settimana estivi secondo la coordinatrice provinciale del M5S Luana Mencarelli. "E’ un’altra dimostrazione di come questa amministrazione affronti qualsiasi tema riguardi la città – sostiene –. Si continua a parcellizzare la visione del territorio e ovviamente le soluzioni creano danni collaterali. In questo caso alla montagna massese. È inutile affidare il marketing turistico a società specializzate, parlare di destagionalizzazione, valorizzazione del territorio e quant’altro se non si ha una visione e soluzioni d’insieme perché tutto risulta inefficace".

"Il problema della montagna parte dalla vallata con un problema cronico di parcheggio in tutti i paesi da Canevara a Forno, da Casette a Guadine, fino alla Valle del Renara eppure dove sono i progetti o le proposte per aggredire questa criticità?" chiede Mencarelli, sostenendo la necessità di soluzioni adeguate per arrivare davvero al rilancio delle frazioni che rimangono così destinate all’abbandono. Per la coordinatrice del Movimento un’ordinanza “miope” che "mira a prevenire i soliti problemi estivi in quel tratto della montagna, legati al traffico selvaggio sulla Via Alta Tambura che raggiunge le pozze del torrente Renara, ostacolando persino l’intervento dei mezzi di soccorso. Questo provvedimento forse risolverà il problema, ma limita l’accesso alla zona anche per i visitatori, l’accesso alla sentieristica, ostacola la valorizzazione, lo sviluppo montano e la libera fruizione del fiume, bene di tutti e tutte, danneggiando quindi economicamente le attività che vi operano durante l’estate, e “recintando” i residenti che vengono addirittura costretti a dichiarare chi li visita, violando la loro privacy".

Le conseguenze, secondo Mencarelli, peseranno sulla "cura, manutenzione e potenziali investimenti". "Per assurdo si lamenta che i frequentatori del fiume “inquinano” con i loro rifiuti “corporei”, ma nulla è stato ancora fatto per fornire sistemi di fognatura ai paesi di Guadine, Gronda e Redicesi – sottolinea –. C’è poi la delicata condizione dei nostri versanti montani con le ricorrenti frane, ma si legge di interventi dal centro alla Marina non indispensabili, che hanno creato tra l’altro molto dissenso cittadino, ma nulla che possa ricondursi al rilancio delle nostre aree montane. Eppure le amministrazioni Persiani hanno avuto a disposizione risorse e riempito i cassetti di fondi come mai nessuna prima. Avrebbero potuto ascoltare le frequenti sollecitazioni: le proposte sono state avanzate e molte potrebbero arrivare, basterebbe la capacità di metterle a terra, di dare priorità con meno egocentrismo e una visione globale che in 6 anni non si è vista ed evitare gli interventi a spot, magari in emergenza".

E per il portavoce di Italia Nostra Bruno Giampaoli "poteva bastare imporre un chiaro divieto di sosta e soprattutto farlo rispettare anche rimuovendo se possibile e necessario le auto malamente parcheggiate (l’esempio vale più che cento ordinanze...) .