REDAZIONE MASSA CARRARA

Palazzo Bononi, il gigante dimenticato: "Museo della Stampa sempre più lontano"

Fivizzano, l’appello del presidente della Fondazione LJB al Ministro Giuli, al governatore Giani e al sindaco per sbloccare l’acquisizione

Fivizzano, l’appello del presidente della Fondazione LJB al Ministro Giuli, al governatore Giani e al sindaco per sbloccare l’acquisizione

Fivizzano, l’appello del presidente della Fondazione LJB al Ministro Giuli, al governatore Giani e al sindaco per sbloccare l’acquisizione

"Mese dopo mese vediamo, come Fondazione e come famiglia, sfumare la possibilità che Fivizzano abbia il suo Museo della Stampa nella sede più degna che potesse essere, per una istituzione di tanto prestigio, mai concepita, ossia il Palazzo Fantoni Bononi". Inizia così l’appello ad agire di Jacopo Bononi, presidente di Fondazione LJB onlus, rivolto sia al Ministro della cultura Alessandro Giuli che al governatore della Toscana Eugenio Giani e al sindaco di Fivizzano Gianluigi Giannetti. Inaugurato nel 2007, Palazzo Fantoni Bononi è rimasto aperto sino al 2013 quando il terremoto lo rese inagibile. Da quel momento sono trascorsi ormai 12 anni.

"Abbiamo più volte raccontato l’immane impegno che mio padre Eugenio e mio zio Loris Jacopo hanno profuso in questo progetto. Anche i loro più accaniti detrattori, perché di certo nella comunità fivizzanese ce ne sono come in ogni altra comunità, non potranno non constatare due cose essenziali: il museo è stato interamente realizzato a loro spese e interamente ragalato alla comunità. Il suo valore era essere un Museo composito perché definito in 5 aree culturali distinte, ossia l’introduzione della Stampa con la parte dedicata a Jacopo da Fivizzano primo stampatore italiano, l’invenzione della prima macchina da scrivere da parte di Agostino Fantoni, la storia incredibile degli editori Maucci, la parte dedicata a Labindo Giovanni Fantoni e una parte più didattica legata alla tipografia, con macchine tipografiche che fanno bella mostra di sè sotto il portico e un’antica tipografia all’interno. Aree culturali che si aggiungevano a una zona nel piano nobile con un salone d’onore imponente e una parte per riunioni e workshop finemente arredata con arredi d’epoca originali. Si aggiungevano le cantine monumentali che potevano essere, come lo sono state, adibite a mostre ed eventi. Inoltre all’ultimo piano altre stanze tra cui quella dedicata alla restituita Accademia degli Imperfetti. Nella vita mi occupo di attività commerciali turistiche e so quanto sia fondamentale che i conti quadrino e che sia giustificabile ogni spesa che viene fatta, ancor più se si tratta di soldi pubblici. Tuttavia l’immobile, museo a parte, è proposto all’amministrazione al prezzo di una villetta sul lungomare di Carrara e tutto quello che compone museo e arredi possiamo dire viene regalato dalla mia famiglia e dagli eredi di mio zio sotto forma di comodato a uso gratuito alla comunità per 30 anni, con tacito accordo di essere rinnnovato, ossia per sempre".

"Eppure nulla si muove, anzi si è costretti ad aprire a soluzioni di avventori pirateschi che si rivelano inconsistenti e che costringerebbero in ogni caso al trasferimento del Museo in altra sede, senza dubbio non paragonabile alla presente", dice Bononi, che lancia l’appello "ancora all’amico Gianlugi Giannetti e alla sua amministrazione e anche a chi di certo si è messo di traverso in questa annosa vicenda affinché non si perda, per Fivizzano e la Lunigiana, un’occasione unica. Mi appello al presidente Giani che ha speso a suo tempo parole di impegno per riaprire il Museo, affinché le sue visite possano avere di nuovo lo spessore che hanno avuto in passato. E mi appello a tutta la comunità fivizzanese perché comprendendo l’importanza di questo progetto, anche come volano turistico, possa invogliare l’amministrazione a fare la scelta giusta".